Vodafone vuole una fetta di un business che si preannuncia molto redditizio: la gestione del traffico dei droni in Europa. La telco britannica ha incontrato le autorità per la sicurezza del traffico aereo, la European aviation safety agency (Easa), e discusso di come potrebbe usare la sua rete mobile per tracciare e identificare i velivoli senza pilota.
Il regolatore Ue vuole sviluppare un framework per integrare i droni nello spazio aereo in modo sicuro entro il 2030. Il progetto europeo Sesar, che mira a ammodernare la gestione del traffico aereo, indica che ci potrebbero essere più di 400.000 droni commerciali o di enti governativi che volano nello spazio aereo europeo nel 2035, molti dei quali a bassa quota e sopra aree densamente popolate.
La proposta di Vodafone è stata avanzata in risposta alla pubblicazione da parte di Easa delle regole per i prototipi la scorsa estate con conseguente apertura di un periodo di consultazione per raccogliere proposte su come certificare, controllare e regolare i droni. Secondo il Financial Times, l’Easa ha invitato Vodafone a illustrare la sua proposta meno di un mese fa.
Yves Morier, director of unmanned aircraft di Easa, ha dichiarato che le aziende della telefonia mobile hanno presentato “molte idee interessanti” sul tema della gestione del traffico dei droni e alcune delle idee avanzate da Vodafone “potrebbero dare un contributo”, ha detto. “L’intervento umano sarebbe limitato: si tratta di un sistema ambizioso ma è chiaramente una tecnologia da studiare”.
Le manovre di Vodafone per entrare nel settore della connettività per droni sono un passo naturale per l’azienda telecom, secondo le fonti sentite dal FT. Come tutte le telco, Vodafone deve trovare nuove fonti di guadagno capaci di sostituire le entrate delle telefonate, degli Sms e anche del roaming, tutte voci in calo. Molte aziende telefoniche guardano al mercato enterprise e Vodafone ha già 45 milioni di Sim installate in terminali che non sono telefoni cellulari, come smart meters, automobili semi-autonome e attrezzature per il tracciamento degli oggetti.
E’ possibile che per gestire i droni si decida di equipaggiarli inizialmente con una Sim; la rete mobile potrebbe essere usata per abilitare le comunicazioni tra droni ed evitare sia le collisioni che sconfinamenti in aree interdette. Vodafone potrebbe anche usare la sua rete per inviare l’autorizzazione a volare. Dopo il settore enterprise, il secondo passo sarebbe la conquista del mercato commerciale, dove aziende come Amazon stanno già sperimentando l’uso dei droni per servizi vari, tra cui la consegna. Più in là, Vodafone spera che la tecnologia diventi applicabile a velivoli senza pilota di ampie dimensioni, usati per il trasporto merci.
Morier ha dichiarato persino che, se la tecnologia si dimostra sicura nei voli a bassa quota (quella su cui si mantengono la maggior parte dei droni di uso consumer o commerciale), potrebbe essere usata anche per gestire il tradizionale traffico aereo, ovvero i voli merci e passeggeri con pilota. Nel settore è già attiva anche Nokia, il colosso finlandese delle attrezzature di rete, che h a un accordo con le autorità olandesi per testare un sistema di gestione del traffico dei droni all’Aeroporto di Twente e sta anche sviluppando un proprio sistema, in parallelo con tecnologie simili necessarie per le reti su cui dialogano le auto connesse.
Tuttavia per Andy Sage, direttore dei sistemi aerei guidati da remoto della National Air Traffic Services britannica, una rivoluzione nei sistemi di gestione del traffico aereo commerciale è lontana: “Tra il fornire supporto ad applicazioni mobili al supportare la gestione del traffico dei velivoli senza pilota c’è una bella differenza”, sostiene. “E ancora non sappiamo quale sarebbe l’impatto sulle reti mobili”.
Del resto, tutte le parti interessate alle discussioni presso l’Easa hanno confermato che il dibattito è stato appena avviato e Morier stesso ha chiarito che non è stata presa alcuna decisione.