Piacciono agli italiani gli acquisti online che mostrano un trend in costante crescita. Ma quelli effettuati via mobile, dalla smartphone e tablet, in un solo anno, sono più che raddoppiati, passando dal 4% del 2012 al 12% del 2013 e segnando un +200% per un valore di 1,7 miliardi di euro. E in poco più di un caso su due si tratta di una transazione che avviene da tablet, con una leggera prevalenza rispetto all’acquisto da smartphone. Sono i dati emersi in occasione del Netcomm e-Payment 2014, in cui sono stati diffusi i dati rilevati da Human Highway sui comportamenti degli utenti italiani, con un focus specifico dedicato all’utilizzo per gli acquisti di device mobili e tradizionali, e alla propensione verso gli strumenti di pagamento piu’ usati sul web.
Ma se il settore consumer registra numeri inueressanti lo stesso non si può dire sul versante aziende: solo il 7% delle imprese italiane utilizza l’e-commerce per distribuire i propri prodotti. Secondo i dati annunciati Silvia Candiani, direttore marketing di Microsoft Italia, al convegno “Digitali per crescere”, organizzato da Assolombarda, il 24% delle aziende italiane utilizza un social network, il 67% ha un sito web, mentre in percentuali decisamente piu’ elevate le aziende utilizzano internet (96%) e sono dotate di personal computer (98%).
In uno studio di Microsoft e Boston Consulting, viene indicato che se più Pmi utilizzassero le nuove tecnologie, si genererebbe una crescita del fatturato di 770 miliardi di dollari, con 6,2 milioni di nuovi posti di lavoro negli Usa, in Germania, Cina, India e Brasile. Ma l’effetto sarebbe ”replicabile in tutte le altre economie del mondo – spiega Candiani – dal momento che esiste una stretta correlazione tra investimenti in innovazione e crescita”.
Tornando allo studio Netcomm, per Roberto Liscia, presidente di Netcomm e delegato E-commerce Europe per l’Italia “sorprende la crescita e l’utilizzo dei device preferiti per effettuare gli acquisti: dal 2012, in cui era pari al 4%, si è passati a circa il 12% a fine 2013. Evidentemente i dispositivi mobili si confermano essere la vera tecnologia abilitante nell’ecommerce e grazie alla diffusione capillare fra gli italiani (sarebbero circa 20 milioni di utenti in mobilità che usano sia tablet sia smarthphone) si stanno collocando come un canale di vendita a disposizione di aziende e player che operano online”.
“Un canale che risulta particolarmente vincente per alcune tipologie specifiche di prodotti e servizi – dice Liscia- dai libri ai biglietti per eventi alle ricariche, per un valore complessivo intorno a 1,7 miliardi di euro. Anche le vendite private e i siti con un focus su abbigliamento e accessori testimoniano un’impennata negli acquisti tramite tablet e smarthphone, proprio a indicare come alcune merceologie siano molto affini all’utilizzo dei device mobili”.
“Se proprio un settore, come quello della moda, emblema e fiore all’occhiello del nostro Made in Italy, registra nell’ecommerce tassi di crescita a due cifre – avverte Liscia – diventa di fondamentale importanza volgere il nostro appello al nuovo governo, guidato da Matteo Renzi. Bisogna avere il coraggio, oggi ancora piu’ che in passato, di investire sul digitale, aiutando le imprese ad aprire una loro presenza online, cosi’ da poter vendere alla platea di oltre 1 miliardo di eShopper nel mondo, che nel solo anno 2012 hanno speso oltre 900 miliardi di euro”.
Dalla ricerca emerge che i libri sono maggiormente acquistati da smartphone e tablet rispetto che da un normale computer fisso o portatile, trend riconducibile alla diffusione degli eBook fruibili da questo genere di dispositivi mobili. Stessa modalità d’acquisto riscontrano i biglietti per l’intrattenimento come il cinema o teatro grazie alle app dedicate. Gli utenti poi prediligono lo smartphone per comprare le ricariche telefoniche e ottenere credito sulla propria Sim in maniera piu’ immediata.
L’acquisto di musica e dvd persiste nel comparto tradizionale dei Pc, strumento preferito per il download di questa tipologia di prodotti entertainment, probabilmente anche grazie alla loro duttilità, la cui fruizione può avvenire su più device tramite un solo momento di acquisto. Computer e smartphone non hanno ancora fatto il passaggio a mobile per l’esperienza di acquisto online, allo stesso modo dei biglietti per il trasporto e prenotazione di viaggi e vacanze.
Dall’indagine realizzata da Netcomm in collaborazione con Human Highway, emerge che la distribuzione del sistema di pagamento utilizzato in occasione dell’ultimo acquisto su Internet da parte degli acquirenti online degli ultimi tre mesi vede al primo posto l’utilizzo di PayPal per il 41% dei casi, seguito dall’uso della carta di credito per il 47%, i contanti 5%, il bonifico per il 3%.
I due sistemi di pagamento più affini agli acquisti online (PayPal e carte) lasciano comunque spazio a due sistemi tradizionali: il bonifico bancario, utilizzato nel 3% dei casi e per pagamenti di importo elevato, e il pagamento in contanti al ricevimento della merce a cui fa ricorso un numero crescente di acquirenti, che ha recentemente superato l’incidenza del 5% tra tutti gli acquisti online.
Seguono, infine, altri sistemi quali il bancomat (al ricevimento della merce), l’addebito su conto, i buoni acquisto e i coupon. Il valore delle transazioni generate su Internet con sistemi di pagamento diversi da carte e PayPal è pari al 23% del totale degli acquisti online (circa tre miliardi nel 2013) e rimane sostanzialmente costante negli ultimi due anni.
Il Rapporto ha indagato anche sul grado di conoscenza della tecnologia Nfc (Near field communication) su telefonini e tablet. Si tratta di una tecnologia che permette di effettuare i pagamenti in prossimita’, tramite un sistema che rileva la vicinanza dello smartphone ai dispositivi abilitati alla ricezione del segnale.
All’inizio del 2013 la tecnologia Nfc era ignota al 25% degli utenti Internet, percentuale scesa fino al 14% all’inizio del 2014. Aumenta inoltre in modo significativo il numero di individui che dichiarano di possedere un telefono abilitato alla comunicazione Nfc: dal 6,4% del
2013 all’11,1% del 2014 (28,4% se si considerano anche gli incerti a fronte del dato del 13,2% del 2013).