Vola l’e-commerce italiano. Nel 2010 vendite su del 15%

Il Polimi stima una chiusura d’anno a 6,5 miliardi. Trainano l’informatica, i libri e l’abbigliamento

Pubblicato il 18 Mag 2010

Torna a correre l’e-commerce in Italia e cresce a doppia cifra
nel primo trimestre 2010. Questa la fotografia tracciata
dall’Osservatorio Netcomm-School of Management del Politecnico di
Milano che ha censito 200 casi studio nel mercato italiano. Nello
specifico il totale delle vendite realizzate da siti italiani
registra un incremento del 16% toccando quota 1.425 milioni di
euro, con una stima di chiusura dell’anno a 6,5 mld di
euro(+15%). La crescita riguarda tutti i comparti:
l’Abbigliamento (+51%), l’Informatica ed Elettronica (+23%), il
Turismo (+23%), l’Editoria, musica ed audiovisivi (+19%), le
Assicurazioni (+18%) e il Grocery (+17%).

Per quanto riguarda le previsioni del 2010 il Politecnico stima
che, a livello di macro-aree, le vendite di “prodotti” B2c
(informatica ed elettronica di consumo, libri, abbigliamento,
alimentari) aumenteranno del 21% circa, superando 1,4 miliardi,
mentre le vendite dei principali “servizi” (biglietti, viaggi,
assicurazioni) raggiungeranno 3,9 miliardi, in crescita del 19%.
Registrerà un lieve calo dell’1% solo l’aggregato “altro”,
che comprende Made in Italy, Ricariche telefoniche, Ticketing e
C2c.

“Nel primo trimestre del 2010 – spiega Alessandro Perego,
Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c di
Netcomm e School of Management del Politecnico di Milano –
l’e-commerce B2c ha ripreso il percorso di crescita che si era
temporaneamente arrestato nel 2009, facendo registrare un aumento
del 16% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Se nel 2009
poco più del 60% delle aziende analizzate dichiarava di crescere,
nel 2010 la quota di aziende in crescita sfiorerà il 90% e, di
queste, il 35% dovrebbe essere in crescita di oltre il 30% e il 31%
tra il 10 e il 30%. Ad oggi stimiamo un incremento, anche se in
misura diversa, in quasi tutti i principali comparti merceologici
sia nell’ambito dei servizi che dei prodotti. Cresceranno
complessivamente sia lo scontrino medio (+6%) in virtù
dell’incremento che si dovrebbe registrare per Assicurazioni e
Turismo sia il numero di ordini (+13% su base annua) grazie al
contributo di tutti i settori. Bene anche l’export che per il
2010 dovrebbe finalmente superare il miliardo di euro, grazie agli
ottimi risultati di Abbigliamento e Turismo. Non dimentichiamo
infine che l’eCommerce resta, anche a fine 2009, il più
importante tra i mercati digitali consumer (intesi come tutti quei
mercati rivolti al consumatore finale, basati su piattaforme
digitali), seguito dal Gioco online (con oltre 3,6 miliardi di
euro), il vero fenomeno “dirompente” degli ultimi due anni nel
nostro Paese.”

Positivo, sia per i prodotti che per i servizi, sarà anche
l’andamento del numero di ordini evasi che crescerà del 21% e
del 6% circa, rispettivamente. Rimarrà stabile lo scontrino medio
nei prodotti (183 euro) ed aumenterà del 12% nei servizi (253
euro). Se si analizzano più puntualmente l’andamento delle
vendite all’interno dei principali comparti merceologici, quello
con il tasso di crescita più elevato sarà l’Abbigliamento con
un +45% rispetto al 2009.

“Lo scenario e-commerce che possiamo tracciare per il 2010,
grazie alle stime del primo trimestre, è nuovamente positivo –
puntualizza Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, Consorzio del
Commercio Elettronico Italiano – e dopo la sostanziale tenuta del
2009 si tratta di un risultato che premia in primo luogo gli
operatori del comparto. Se di fatto l’e-commerce in Italia ha
raggiunto un valore di poco inferiore ai 6 miliardi di Euro, il
valore del nostro rappresenta solo il 3% di quello europeo, ma il
tasso di crescita atteso nei prossimi anni è superiore a quello
degli USA e di molti altri Paesi. Inoltre, oggi l’82% delle
transazioni commerciali è effettuato tra imprese o Enti pubblici,
mentre il B2C rappresenta solo il 18% del totale. Tra il 2004 ed il
2009 in Europa la percentuale di individui che ha acquistato su
internet per uso privato è passata dal 22% al 42%.. E nei mercati
maturi, come nel Nord Europa dove gli Internet users costituiscono
oltre il 90% della popolazione, il 65% di questa acquista prodotti
o servizi on line. In Italia, seppur l’accesso ad Internet tra
casa ed ufficio sia ampiamente diffuso, gli e-buyer rappresentano
solo il 12% della popolazione. La ragione fondamentale della nostra
impasse si colloca nell’annoso ritardo dello sviluppo della banda
larga, dove l’Italia non tiene il passo della media europea
(59%), con un tasso di diffusione nelle abitazioni pari al 39%.”

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