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Vola l’asta 5G, le frequenze 3,7 Mhz fanno schizzare l’incasso a 4,7 miliardi

Scontro tra gli operatori per conquistare i blocchi da 80 Mhz. Finora i soli rilanci della banda 3,6-3,8 valgono 2,5 miliardi, l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio

Pubblicato il 25 Set 2018

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Asta 5G, non si ferma lo scontro tra operatori per la banda 3,6-3,8 Mhz. Al termine dell’ottava giornata l’ammontare totale delle offerte ha raggiunto nella giornata odierna quota 4.740.642.258,00 euro. Le offerte sono state superiori ad un miliardo per ciascuno dei lotti di ampiezza pari ad 80 MHz. L’ammontare complessivo della banda 3700 MHz è attualmente pari a 2.537.040.000,00 euro, assicurando da sola l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio.

Hanno partecipato, dice la nota del Mise, le società Iliad Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Wind 3 S.p.A., Vodafone S.p.A. e Telecom Italia S.p.A.. Fino ad oggi sono state svolte 99 tornate.

L’ammontare complessivo della banda 3700 MHz è attualmente pari a 2.537.040.000,00 euro, assicurando da sola l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio.

Oggi continuano i rilanci.

Le quote che verranno pagate dagli operatori non verranno versate subito per intero nelle casse dello Stato dove invece arriveranno quest’anno 1,250 mld provenienti dalla vendita delle bande prima disponibili. I pagamenti per la banda 700 Mhz arriveranno a frequenze “liberate”, cioè nel 2022.

La corsa è agguerrita sulla banda 3,6-3.8 GHz che però, come la 26,5-27,5 Ghz, non si libererà che dal 2019. Una parte della banda è nella disponibilità della Difesa, un’altra non è stata messa all’asta perché le licenze sono state prorogate fino al 2029.

La 700 Mhz si libererà più tardi delle altre – nel 2022 – ma viene considerata la più preziosa, di un valore superiore del 10% a quella 800 Mhz: serve a garantire un’ampia copertura territoriale, anche indoor, mentre le frequenze più elevate garantiscono velocità di vari gigabit al secondo. L’importo minimo richiesto per ogni lotto della 700 Mhz era il più elevato – 337 milioni – contro i 158 di ogni lotto della 3,7 Ghz e i 32 milioni della 26 Ghz.

La banda 26 Ghz ha un doppio vantaggio. A differenza della 700 Mhz è libera (quasi) da subito. Ma soprattutto è già “pronta per l’uso” del 5G. Nel mondo sono le millimetriche quelle utilizzate per rodare i primi servizi 5G: field test già effettuati, problemi visti e risolti, software già “messo su strada”. Per esempio negli Usa Verizon sta facendo test sulla banda 28 Ghz (l’asta per le licenze di queste frequenze è prevista per il 14 novembre). L’azienda sta concentrandosi sul futuro business 5G ed ha già annunciato i nomi delle 4 città in cui verranno lanciati i primi servizi entro la fine dell’anno. La soluzione a banda larga “fissa senza fili” di Verizon, che promette velocità fino a 1 Gigabit al secondo, sarà il suo primo servizio 5G.

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