IL RAPPORTO

Volano i pagamenti digitali, sprint dal tetto alle Interchange Fee

In due anni il regolamento Ue ha generato in Italia un aumento del 10% delle transazioni elettroniche toccando quota 220 miliardi: lo rileva l’indagine presentata dal Consumers for digital payment

Pubblicato il 03 Apr 2019

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E’ il tetto unico alle Interchange Fee, le commissioni interbancarie sulle transazioni, il driver dei pagamenti digitali in Italia. Lo rileva un’indagine Quorum/Youtrend presentata dal Consumers for digital payments, coalizione di associazioni di consumatori (Movimento Difesa del Cittadino, Asso-consum e U.Di.Con) secondo cui nei due anni successivi all’entrata in vigore del regolamento europeo (2015) le transazioni con carte di pagamento sono cresciute di oltre il 10%, raggiungendo i 220 miliardi.

Nel complesso, i cittadini valutano positivamente l’impatto della norma europea: il 90% degli intervistati nel 2015 possedeva già un conto corrente, ma solo il 52% svolgeva abitualmente pagamenti attraverso moneta elettronica.

“Appare chiaro, e la recente indagine dell’Osservatorio del Politecnico di Milano lo dimostra – dice Francesco Luongo presidente della coalizione C4DiP e del Movimento Difesa del Cittadino – come la normativa Ue abbia avvicinato l’Italia agli altri Paesi europei nell’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici“.

Secondo l’indagine i consumatori apprezzano l’incremento nell’accettazione di pagamenti elettronici per importi inferiori a 10 euro: in particolare, l’aumento più considerevole è stato notato nel Sud Italia, sebbene nel mezzogiorno del Paese ci sia anche la più alta percentuale di cittadini che ancora non si affidano ai pagamenti digitali per effettuare i loro acquisti: poco più del 23%.

Tra i principali effetti del Regolamento Ue c’è però la diminuzione complessiva dei ricavi da parte del sistema bancario, conseguenza dovuta alla riduzione delle IF: secondo il 42% degli intervistati il calo ha ridotto a sua volta le risorse da investire nei settori dell’innovazione dei pagamenti digitali e della sicurezza.

“Sicuramente la norma del 2015 ha portato a un ridimensionamento sugli interventi previsti per lo sviluppo delle tecnologie dei pagamenti elettronici – dice ancora Luongo -. Tuttavia, molti dei dubbi che noi stessi avevamo sul Regolamento, e sul suo impatto nella vita di tutti i giorni, sono stati superati. Basti pensare che ogni anno, nel mondo, le transazioni con moneta digitale sono oltre 2,7 miliardi, a fronte soltanto dello 0,03% di tentativi di truffa. Numeri, questi, che dimostrano la validità del provvedimento”.

Infine, si legge nella nota, per potenziare ulteriormente la diffusione dei pagamenti digitali, il 51% degli intervistati ritiene che occorrerebbe un intervento normativo che premi, attraverso sconti, i consumatori che decidono di utilizzare i pagamenti elettronici per i propri acquisti. Il 21%, invece, è convinto che per incentivare l’utilizzo di questi strumenti sia necessario sanzionare i commercianti che ancora non li accettano.

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