Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture nelle officine, perché possa essere sostituito il software incriminato, quello cioè che fornisce dati “manipolati” sulle emissioni dei motori. Ad annunciarlo, secondo un’anticipazione della Reuters, è stato il nuovo ceo dell’azienda, Matthias Mueller, durante una riunione a porte chiuse con circa mille top manager della casa automobilistica. Le prime comunicazioni ai clienti, ha precisato Mueller, saranno inviate già nei prossimi giorni.
Durante l’incontro il ceo ha anche annunciato una riorganizzazione di Volkswagen, che sarà reso più autonomo dal gruppo, di cui fanno parte anche Audi e Porsche, con l’obiettivo di tagliare i costi: “Possiamo solo procedere un passo alla volta – ha annunciato – ci aspetta un lungo lavoro da fare”.
Il richiamo dei veicoli che sta per mettere in campo Volkswagen è destinato a battere il record stabilito da Toyota, che aveva richiamato tra il 2009 e il 2010 10 milioni di automobili per correggere un difetto all’acceleratore.
Stando a quanto ricostruito dagli analisti, l’operazione potrebbe essere particolarmente onerosa per Volkswagen, tanto da superare il costo di 6,5 miliardi, la cifra fin qui accantonata dalla casa di Wolfsburg. Molto in ogni caso dipenderà dalla soluzione che VW sceglierà di adottare per portare le emissioni a norma facendo a meno del sistema illegale fin qui montato sui veicoli. Se la casa automobilistica decidesse di rimuovere il software incriminato e montare sui veicoli un nuovo sistema in grado di contenere effettivamente le emissioni entro i limiti di legge, questo potrebbe causare una spesa anche di migliaia di dollari per ogni auto. Al netto delle richieste di risarcimento e delle multe che, come prevedibile, potrebbero arrivare nelle prossime settimane.