Giudizio “sospeso” su Volunia, il motore di ricerca made in Italy sviluppato da Massimo Marchiori, il ricercatore autore anche dell’algoritmo di Google. Repubblica.it ha provato il sito per rilevarne pregi e difetti e li ha dettagliati punto per punto sottolineando che “l’impressione generale è che molti dei limiti siano strutturali e investano l’intera esperienza dell’utente, minando alla base tutta la bontà dell’operazione” che comunque è ancora in fase sperimentale.
I "Power User" che hanno ricevuto le credenziali per l’accesso si trovano davanti una pagina a metà strada tra un motore di ricerca e un social network: una barra con alcune funzioni in alto, uno spazio per la chat a destra e un campo in cui cercare parole al centro. Tra i problemi più evidenti – scrive Repubblica.it – il numero elevato di bottoni, icone approssimative, colori poco armonizzati e font poco eleganti; in generale, una grafica anni 90 che mal si adatta a quanto presenta oggi la maggioranza dei siti.
Per quanto riguarda la ricerca è definita “insoddisfacente” – anche se i creatori hanno puntualizzato che per ora sono a disposizione solo un numero limitato di pagine – con un rapporto, a livello di risultati, di 1 a 10 rispetto a Google. Il problema della ricerca si aggrava quando ci si accorge su Volunia non si visualizzano Google, Facebook, YouTube, Twitter e Flickr. “I colossi in questione – spiega Repubblica.it – prevedono infatti il blocco per quei programmi che utilizzano la tecnologia iframe, ovvero le cornici che circondano la pagina originale e che, nel caso di Volunia, permettono di visualizzare i menù e la chat”.
Tra le funzioni più interessanti invece quelle relative alle mappe e i multimedia: ogni spazio online indicizzato può essere visualizzato sottoforma di città tridimensionale, con tanto di case e palazzi che rappresentano le pagine principali. Il sistema scardina quindi la tradizionale navigazione gerarchica delle pagine, favorendo un’esplorazione differente anche se “la grafica con cui è realizzata la funzione risulta comunque scarna (anche per non rallentare la navigazione) e riporta alla mente "Sim City 2000", un videogame del ’94 in cui l’utente-sindaco costruisce la sua città”.
Sul versante “social” Volunia ha spinto molto. L’esperienza dell’applicazione ruota intorno alla community: il singolo utente può costruirsi un profilo, aggiungere amici e invitarli su pagine specifiche mentre è sempre aperta una chat a cui possono prendere parte tutti gli utenti che stanno visitando quel sito in quel momento. L’utilizzo di Volunia avvicina dunque utenti con gusti affini che visitano le stesse pagine, ma l’aspetto sociale dell’esperienza non sembra un passo avanti rispetto ai moderni social network, quanto un ricordo delle vecchie chat room. L’impossibilità, almeno al momento, di "importare" gli amici da Twitter e Facebook aggiunge un’ulteriore difficoltà.
Attraverso il pannello di controllo del proprio account è possibile poi aggiungere un sito web a Volunia e, in questo modo, modificarne la mappa ma “il meccanismo con cui si propone di aggiungere un proprio sito all’indice – dice Repubblica.it – è troppo lento, almeno per ora.