SCENARI

War-tech Usa-Cina, pronti i dazi di Trump per 50 miliardi di dollari

La decisione definitiva con l’incontro tra il presidente degli Stati Uniti e i suoi consiglieri. Atteso per domani l’elenco di articoli elettronici importati sui cui verranno imposte tariffe doganali

Pubblicato il 14 Giu 2018

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Conto alla rovescia per i dazi del 25% che gli Stati Uniti imporranno su prodotti tecnologici cinesi per 50 miliardi di dollari. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva detto che il 15 giugno, domani, avrebbe diffuso un elenco di articoli importati dalla seconda economia al mondo sui cui verranno imposte tariffe doganali in risposta a quelli che Washington considera continui furti di proprieta’ intellettuale da parte di Pechino.

La parola finale spetta al presidente americano Donald Trump, che secondo varie indiscrezioni di stampa oggi dovrebbe incontrare i suoi consiglieri per decidere il da farsi. Se, come sembra, gli Usa decidessero di tirare dritto con i loro piani, una guerra commerciale tra le due maggiori potenze mondiali diventerebbe sempre piu’ vicina.

Tecnicamente l’America avrebbe 30 giorni di tempo per imporre i dazi dalla pubblicazione dell’elenco di prodotti presi di mira ma sembra che l’amministrazione voglia agire con rapidita’ e che in alcuni casi le tariffe doganali potrebbero scattare gia’ domani. Mentre la Casa Bianca sta cercando di ostacolare i piani del Senato che vorrebbe fare saltare il salvataggio di fatto dell’azienda cinese ZTE, Trump potrebbe però decidere di prendere tempo.

Reduce dal suo summit con il leader nordcoreano Kim Jong Un, il presidente americano potrebbe temporeggiare per non innervosire la sua controparte cinese, Xi Jinping. Trump sa che un successo dei negoziati con Pyongyang dipende anche da Pechino. Alla fine del terzo round di negoziati commerciali di inizio mese, la Cina aveva avvertito gli Usa che lo scatto dei dazi si sarebbe tradotto nella fine delle trattative (che tericamente dovrebbero continuare durante l’estate). La Cina aveva teso la mano agli Usa proponendo di comprare quasi 70 miliardi di dollari di prodotti agricoli ed energetici.

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