L'ANALISI

Warning di Goldman Sachs su Apple: “iPhone Xr non vende, perso il pricing power”

Il target di prezzo rivisto da 209 a 182 dollari: le vendite in Cina e sui mercati emergenti non tirano e il nuovo modello da 750 dollari non ha features convincenti. Sopravvalutata anche la forza dell’ecosistema della Mela, troppo Usa-centrico. A rischio margini e quote di mercato

Pubblicato il 20 Nov 2018

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Goldman Sachs ha tagliato di nuovo il suo target di prezzo sul titolo Apple portandolo a 182 dollari dal precedente obiettivo di 209 dollari che già rappresentava una sforbiciata rispetto ai 222 dollari indicati a inizio mese. Il rating resta neutrale ma per gli analisti le vendite di nuovi iPhone sono destinate a deteriorarsi.

L’analista Rod Hall della banca d’affari spiegato che la domanda debole degli smartphone Apple in Cina e sui mercati emergenti, unita al rafforzamento del dollaro, sono tra gli elementi che generano preoccupazione sull’outlook del titolo della Mela.

Forse ancor più pesante nel giudizio di Goldman Sachs è la valutazione delle prospettive del nuovo iPhone Xr da 750 dollari, un prodotto relativamente low-cost per Apple, ma che secondo gli analisti ha “un equilibrio tra prezzo e funzionalità” non convincente, soprattutto per gli utenti fuori dagli Stati Uniti. Insomma, è un device troppo costoso per le feature che offre.

Hall scrive che il successo dell’iPhone X quest’estate e il discreto avvio per l’Xs in autunno lasciavano pensare che il potere di Apple di applicare prezzi elevati fosse intatto. Tuttavia, l’andamento attuale spinge gli analisti a credere che Apple sia arrivata al limite della sua capacità di imporre un prezzo sempre più alto sugli iPhone. “Nella nostra esperienza del mercato dei telefoni cellulari, quando un’azienda perde il pricing power vede assottigliarsi anche i margini o la quota di mercato. O entrambi“, scrive Hall.

Secondo l’analista di Goldman Sachs, gli investitori potrebbero anche sopravvalutare la forza dell’ecosistema di Apple che spinge gli utenti a comprare nuovi prodotti di Cupertino ma che, afferma Hall, è troppo focalizzato sugli Stati Uniti. “Non pensiamo che gli altri paesi siano così legati all’ecosistema di prodotti di Apple”, afferma l’esperto.

Il nuovo taglio sul target di prezzo di Goldman Sachs tiene anche conto “dell’attuale movimento sul prezzo del titolo”. Le azioni Apple hanno infatti perso quasi il 20% rispetto al record di inizio ottobre che ha reso il colosso di Cupertino la prima trillion dollar company. Apple ha mandato in fumo 220 miliardi di valore di mercato da quel picco; ancora ieri le azioni della Mela hanno subito una flessione del 4% e chiuso al livello più basso da luglio. Oggi Wall Street tratta i big tecnologici americani (i cosiddetti Faang, Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) come titoli in territorio “orso”.

Ieri il Wall Street Journal ha scritto che la Mela ha ridimensionato gli ordini ai partner dell’assemblaggio dei nuovi modelli presentati a settembre (iPhone Xr, Xs e Xs Max), confermando indiscrezioni già circolate sui media nonché il warning lanciato da Apple nell’ultima trimestrale con un outook negativo sulle vendite natalizie che ha contribuito alle vendite sul titolo.

Goldman Sachs non vede comunque rischi per Apple di mancare la guidance fornita per il prossimo trimestre, se i trend di mercato non si deteriorano ulteriormente.

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