EDITORIA

Washington Post, scatta il paywall

Dopo New York Times, Wall Street Journal e Financial Times, anche il quotidiano della capitale Usa annuncia l’addio (da metà 2013) alla consultazione free. Previsto anche un rincaro del cartaceo per contrastare la crisi

Pubblicato il 07 Dic 2012

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Il Washington Post sta per unirsi al gruppo dei quotidiani statunitensi che ha deciso di far pagare i lettori per l’accesso alla propria versione online. Dopo il New York Times, il Wall Street Journal e il Financial Times anche il giornale con sede nella capitale americana presto chiederà un contributo per la consultazione del sito. Lo ha anticipato la stessa testata, precisando che, anche se non c’è ancora un annuncio ufficiale, la dirigenza sta per prendere una decisione che diventerebbe operativa dalla metà del prossimo anno.

Dopo alcune iniziali resistenze, anche il Post ha dunque intenzione di adottare il cosiddetto “metered paywall”: si tratta di un modello “soft” che fa scattare il pagamento dopo aver superato un numero di accessi gratuiti garantiti ogni mese ai lettori registrati, che per il quotidiano di Washington sono circa 600mila.

Insieme al previsto rincaro del quotidiano cartaceo (potrebbe aumentare di 25 centesimi, arrivando a un dollaro), la vendita delle news online fa parte di una strategia per aumentare i ricavi e cercare di reagire alla crisi che sta colpendo il settore.

Il primo ad adottare con successo il sistema di pagamento online è stato due anni fa il New York Times: oggi garantisce 10 accessi gratuiti ogni mese. Da quando il metodo è stato adottato la testata newyorkese ha aumentato gli utenti online e non ha registrato né un calo negli abbonamenti tradizionali né nel numero di semplici visite del sito.

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