INNOVAZIONE

Web 3.0, Boccia: “Servono più risorse per sostenere le imprese”

Il senatore Pd accende i riflettori sulla trasformazione di Internet: “Machine learning e intelligenza artificiale le chiavi di volta, dobbiamo essere pronti a governare il cambiamento”

Pubblicato il 04 Set 2023

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Il machine learning e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando Internet, spalacando le porte a quello che sarà il Web 3.0. Per questo è cruciale investire più risorse possibili per uno sviluppo sostenuto e sostenibile. Ne è convinto Francesco Boccia, senatore Pd e fondatore di DigithOn la maratona digitale ospitata a Bisceglie.

Più risorse per il Web 3.0

 “Servono più risorse per fare sì che il web 3.0 sia una condizione della vita delle imprese non un obiettivo lontano – ha evidenziato Boccia – Noi dobbiamo correre alla velocità di queste sfide che ci troviamo di fronte, dobbiamo correre alla velocità di chi oggi ci sta dicendo il copilota c’è, e cioè l’intelligenza artificiale. Ma il pilota è ognuno di noi, dobbiamo solo metterci nella condizione di fare sì che funzioni tutto. Se è così bisogna aprire una grande discussione nel Paese, così come è emerso dalle riflessioni che sono venute fuori nelle imprese. Non tutte le imprese sono in grado di accompagnare questo processo, quella di Sergio Fontana sì perché è nata nell’innovazione tecnologica, le altre vanno accompagnate. Allora servono più risorse per fare sì che il web 3.0 sia una condizione della vita delle imprese non un obiettivo lontano”.

Tecnologie salvavita

Boccia ha poi sottolineato l’importanza delle tecnolgie per garantire la sicurezza sul lavoro. “La vicenda di Brandizzo è un dramma che in questa terra ci ha riportato alla tragedia del 2016 quando morirono 23 persone sulla tratta Corato-Andria- ha ricordato Bocci a – E proprio da qui abbiamo detto una cosa che c’è venuta spontanea: come è possibile che nel 2023 al tempo della società digitale c’è ancora chi non capisce, avendo responsabilità importanti nelle aziende che anche le tecnologie, sono al servizio della difesa della vita”.

“La sicurezza sul lavoro purtroppo -ha continuato- non è ancora patrimonio collettivo in Italia, nella società digitale non dobbiamo ammettere distrazioni, vanno creati meccanismi per i quali la sicurezza è 100%. Questo non è accaduto e i sindacati hanno ragione a protestare”. “Mi auguro che, oltre che sulla ricerca della verità che stiamo chiedendo tutti sulla tragedia di Brandizzo, si riesca a trovare un terreno comune anche sulla centralità della sicurezza sul lavoro. Anche se costa di più la sicurezza deve essere massima, viene prima del profitto”.

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