LA RICERCA

Web economy, in Italia nel 2015 varrà tra il 3% e il 4% del Pil

Secondo una ricerca di The Boston Consulting Group e Google il volume d’affari raggiungerà quota 59 miliardi di euro. Trainano le piccole e medie imprese “online”

Pubblicato il 12 Nov 2012

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Il contributo che il web fornirà all’economia dell’Italia nel 2015 oscillerà tra il 3,3% e il 4,3% del Pil, e la cosiddetta internet economy registrerà una crescita annua tra il 13% e il 18%, raggiungendo un valore di 59 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 31 miliardi del 2010. Sono i numeri presentati da Giorgia Albetino, responsabile relazioni istituzionali di Google Italia, in occasione di un’intesa siglata oggi con Regione Toscana e Cna, dedicata alla formazione dei giovani e digitalizzazione delle Pmi.

Secondo la ricerca “Fattore Internet“, realizzata da The Boston Counsulting Group in collaborazione con il motore di ricerca e citata da Albetino, le imprese attive sul web fatturano, assumono ed esportano di più e sono più produttive di quelle che su internet non sono presenti.

Negli ultimi tre anni le Pmi attive su internet hanno infatti registrato una crescita medi dell’1,2% dei ricavi, rispetto a un calo del 4,5% di quelle offline, e un’incidenza di vendite all’estero del 15% rispetto al 4% di quelle non presenti in rete. Secondo lo studio inoltre, in un ipotetico paese medio, l’aumento della difffusione di internet del 10%, comporta un aumento dell’occupazione dello 0,44% e dell’1,47% per quella giovanile.

Il protocollo di intesa firmato oggi da Regione Toscana, Google, Cna Toscana e Fondazione Sistema Toscana mira ad aiutare le piccole imprese a cogliere le opportunità offerte dalla web economy, favorendo, al contempo, la formazione professionale dei giovani. L’idea alla base dell’intesa punta a promuovere esperienze formative per i giovani, nell’ambito dell’Internet economy, con un pacchetto di tirocini mirati a stimolare, in particolare, le piccole e medie imprese di settori tradizionali all’utilizzo del web per rafforzare il proprio business ed essere cosi’ piu’ competitive sui mercati internazionali.

L’intesa si inserisce nell’ambito del progetto “Giovanisì” e della legge regionale che ha previsto, per scongiurare l’uso distorto dei tirocini, l’erogazione di un importo forfettario a titolo di rimborso spese. Le imprese artigiane che, spesso a causa delle piccole dimensioni, non dispongono di risorse per crearsi un sito in proprio ed accedere al web per avviare operazioni di marketing o social media aziendali, potranno lanciarsi nell’impresa grazie ai giovani tirocinanti che, a loro volta, disporranno di strumenti ad hoc, dopo essere stati adeguatamente formati.

“Grazie a questa nuova intesa – commenta l’assessore regionale alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – si estende ancora il raggio di azione di Giovanisì, ampliando le opportunità per i giovani di accedere a tirocini per aumentare le proprie competenze professionali. Ma c’è anche un altro aspetto di particolare importanza: la spinta all’innovazione di tante imprese dei settori piu’ tradizionali che verranno in questo modo aiutate a cambiare, diventando più moderne e competitive”.

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