Se l'esperimento di un gruppo di scienziati
dell'Università di Berkley andasse in porto si potrebbero
conservare i dati della Rete per centinaia di secoli. La tecnica
che i californiani stanno mettendo appunto ha come obiettivo quello
di migliorare la capacità di conservazione di una quantità di
dati digitali in costante crescita. Tecnica più che mai necessaria
visto che le memorie attuali, come il disco rigido o la memoria
flasch hanno una capacità di vita stimata tra i 10 e i 30
anni.
La differenza radicalè è poi che questi supporti subiscono il
degrado con il passare del tempo. "Per sostituire questa
tecnologia- scrive il sito di "El Pais" riportando le
parole di Will Gannet uno dei membri del progetto – il primo passo
è trovare un unico bit capace di conservare dati per un periodo di
tempo stabilito". Il dispositivo, costruito dall'equipe
universitaria consiste in una nanoparticella di ferro inserita
dentro un tubo cavo di carbonio. Questa nanoparticella ha una vita
stimata di mille milioni di anni, e per conservare bit digitali in
essa se deve applicare una piccola scarica elettrica nel tubo, il
che provoca il cambiamento di posizione alla particella.
Secondo Gannet, l'integrazione di questo tipo di tecnologia e
alcune già esistenti come l'Mp3 sarà facile e non troppo
costosa. "Questo progetto può aiutate a dimostrate che
esistono altri modi di conservare i dati digitali, che potrebbero
apportare vantaggi sia all'accumulo dei dati che alla durata
della conservazione".