L’Europa deve diventare leader nell’economia digitale. È questa la bussola che orienta il piano di azione che la Commissione europea presenterà il prossimo 19 febbraio, focalizzata in particolar modo sullo sviluppo delle reti a banda ultralarga – 5G in primis – e sulla tassazione dei colossi del web.
Per aumentare la competitività de Vecchio Continente “l’arma” sarà la regolamentazione sulla concorrenza. “È importante – si legge nel testo che CorCom è in grado di anticipare – che le regole antitrust siano adatte a un mondo che sta cambiando sempre più rapidamente e sempre più in ottica digitale”.
Si punta a creare un ecosistema basato su tre pilastri: tecnologie per le persone, economia digitale equa e sostenibile e società digitale sostenibile. La Commissione ricorda che, a tale scopo, è attualmente in fase di “revisione il complesso delle regole antitrust per valutare se queste siano ancora idonee” a normare l’economia digitale. Il predominio dei servizi online e il sussistere di pratiche anticoncorrenziali – spiega la Ue nel documento – non sono dovuti alla mancanza di norme ma piuttosto dalla difficoltà di farle rispettare in uno spazio digitale troppo opaco”.
“Questa situazione deve cambiare – avvisa la Ue – Applicheremo rigorosamente le regole esistenti e le aggiorneremo laddove necessario per adattarle all’era digitale”.
La comunicazione richiama l’attenzione sulle azioni che verranno messe in campo a medio termine a cominciare dalla presentazione di un libro bianco sull’AI fino alla definizione di una nuova cornice normativa per la governance dei dati, petrolio dell’economia digitale, passando per un piano contro le fake news.
Digital tax
La Commissione focalizza l’attenzione sul ruolo della tassazione per promuovere l’economia digitale e, dunque, la necessità di disegnare un quadro adeguato. Alcune aziende tecnologiche – rileva la Commissione – hanno un approccio ‘winner-takes-it-all’ ovvero ricevono la maggior parte dei ricavi sul valore creato nella data economy. “Ma tali entrate spesso non sono tassate dove sono state generate, distorcendo così la concorrenza e minando la base imponibile di una società – si legge – E’ inaccettabile che alcune società paghino le tasse e altre no”.
In questo contesto la Ue annuncia che verrà presentata una proposta di tassazione digitale anche se resta auspicabile che la questione venga risolta a livello Ocse.
La strategia per il 5G
Per quanto riguarda le tecnologie mobili di prossima generazione, la Commissione afferma che “l’Europa deve diventare il continente meglio collegato al mondo, connesso con reti sicure in fibra e 5G”. Bruxelles punta ad accelerare la connettività ultraveloce in Europa, “attraverso una revisione della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga, un piano d’azione aggiornato su 5G e 6G e un nuovo programma di politica dello spettro entro il 2021”.
La Commissione aveva precedentemente presentato la strategia “5G for Europe”: un piano d’azione che stabiliva un calendario comune dell’Ue per un lancio commerciale coordinato del 5G nel 2020. Tuttavia i programmi di sviluppo degli Stati membri hanno subito rallentamenti anche a causa delle tensioni geopolitiche tra Usa e Cina che hanno determinato effetti anche sull’operatività della aziende cinesi come Huawei. Bruxelles intende dunque rilanciare con la creazione di corridoi 5G per la mobilità connessa e automatizzata e annuncia la presentazione di un provvedimento “sulla guida autonoma e sulla mobilità connessa”.
Proprio oggi, in occasione dell’incontro con il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato la necessità che l’Europa abbia una sua visione strategica sul 5G.