“Siamo molto vicini a chiudere l’accordo di cooperazione rafforzata a livello europeo per una tassa sulle transazioni finanziarie che conferma il modello già in vigore in Italia“. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione alla Camera. “Sarà attuata la web tax, nell’ambito del processo di riforma degli utili d’impresa”, ha aggiunto spiegando che “l’Italia ha appena chiesto alla Commissione europea di presentare una direttiva su una tassazione minima effettiva del mercato interno” delle multinazionali, in primis i colossi del web.
“Il principio è che i profitti devono essere tassati dove sono effettuati – ha sottolineato – L’Italia ha appena chiesto alla Commissione Ue di presentare una proposta di direttiva sulla tassazione minima effettiva nel mercato interno”.
Quanto alla lotta all’evasione, ci sarà “un set di misure fondamentali per assicurare una maggiore efficienza, una maggiore equità sociale, una più equa concorrenza all’interno del mercato. L’azione che il Governo intraprenderà mira a promuovere una cultura della legalità fiscale tra gli operatori economici e tutte le componenti della società civile”.
“Gli ultimi dati aggiornati, riferiti al 2016, quantificano levasione a 109 miliardi di euro circa. La riduzione del tax gap è un presupposto essenziale e imprescindibile – ha detto Gualtieri – Ritengo fondamentale l’apporto della Guardia di finanza, che intendo sostenere. Una particolare attenzione sarà riservata agli illeciti di tipo internazionale”. Tra le altre azioni, “anche il monitoraggio all’accesso indebito di strumenti di inclusione sociale e contrasto alla povertà saranno al centro dell’azione di prevenzione”.
Il plauso di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
Positivo il commento di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici alle dichiarazioni del ministro Gualtieri sulla proposta di direttiva su una tassazione minima effettiva per le multinazionali e i giganti del web.
“Ci siamo già espressi e più volte sul punto – dice Marco Decio, Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici – e abbiamo invitato il Governo a trovare con l’Europa – rapidamente una soluzione condivisa sulla digital tax: sono indispensabili politiche fiscali verso i colossi del web capaci di garantire un quadro di regole uniformi per ristabilire la concorrenza nel mercato digitale. Quindi – prosegue Decio – non possiamo che apprezzare l’iniziativa del Ministro Gualtieri che, accanto a politiche per l’innovazione e il green, accanto a Industria 4.0 tocca un punto fondamentale per ristabilire un quadro coerente di regole. Occorre definire in tempi rapidi una politica fiscale che consenta di ristabilire le condizioni favorevoli alla contendibilità dei mercati nel digitale, lo si deve fare a livello mondiale e il tema va non solo affrontato ma risolto a partire dall’Europa.
“La stessa Unctad, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, qualche giorno fa, in occasione della pubblicazione del Rapporto sull’economia digitale ha lanciato l’allarme sottolineando che l’economia digitale crea grandi opportunità e sfide ma, per non creare asimmetrie, l’impatto e gli effetti del digitale devono essere bilanciati da adeguate politiche per l’innovazione e misure in campo fiscale, della competizione, del lavoro. Ed è importante – conclude Decio – che oggi l’Italia si ponga non solo come interlocutore ma con un ruolo attivo e propositivo in Europa”.
La strategia di Bruxelles
La Ue non ammorbisce la sua linea. Nelle linee programmatiche della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen mostra determinazione anche sulla web tax, convinta che il prelievo fiscale deve avvenire laddove vengono generati i profitti, dando contributo allo stato sociale, ai sistemi scolastici e universitari, alle infrastrutture pubbliche. “Il sistema fiscale dell’Ue e quello internazionale hanno urgente bisogno di riforme. Non sono adatti alle realtà della moderna economia globale e non rispecchiano i nuovi modelli di business del mondo digitale”. Tra le priorità c’è dunque la tassazione delle grandi tech companies: sulla digital tax sono in corso le trattative in ambito Ocse, ma “se per la fine del 2020 non si arriverà a una soluzione globale per una tassazione digitale equa, l’Ue dovrebbe agire in via autonoma”.
E oggi la commissaria alla Concorrenza e Digitale, Margrethe Vestager, ha ribadito che sulla web tax, “siamo pronti ad agire”. “Dobbiamo assicurarci che che le società digitali paghino la loro giusta quota di tasse, vogliamo che questa tassazione sia basata su un accordo globale, ma se non sarà possibile entro il 2020, siamo pronti ad agire”, ha detto Vestager.
Lo scatto in avanti della Francia
La Francia ha approvato la sua digital tax: le vendite dei gruppi del web saranno tassate al 3%, per un totale di mezzo miliardo di euro all’anno di gettito fiscale per lo Stato. Ribattezzata dai media come la “Taxe Gafa”, la tassa è destinata a società con entrate digitali mondiali di almeno 750 milioni ed entrate francesi superiori a 25 milioni di euro: colpisce dunque circa 30 imprese, per la maggior parte americane ma non solo, perché sono interessati anche big cinesi, tedeschi, spagnoli e britannici e francesi.
La proposta dell’Ocse
Modello di tassazione delle società digitali attualmente non tassate. E creazione di un’imposta minima sugli utili. Sono questi i due nodi web tax su cui l’Ocse è al lavoro: la proposta sarà presentata entro il 17 ottobre, quando a Washington si terrà il prossimo G20. Lo ha annunciato (a Afp) Pascal Saint-Amans, che guida i negoziati come direttore del Centre for Tax Policy and Administration Ocse, spiegando che si stanno compiendo progressi, ma è ancora necessario chiarire alcune questioni chiave. “Il processo multilaterale è in corso. Avevamo bisogno di una spinta politica e penso che ora che c’è stata rilancerà le discussioni”.