LA PROPOSTA

Web tax, l’appello di Google a Biden: “Accordo bilaterale Usa-Ue”

La big tech chiede un cambio di rotta nelle politiche dei due Paesi sulla regolamentazione del settore: “A rischio 16 milioni di posti di lavoro e le relazioni commerciali: serve un approccio coordinato”

Pubblicato il 09 Apr 2021

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Approccio bilaterale Usa-Ue alla regolamentazione delle big tech. Lo chiede Google all’amministrazione Biden per scongiurare un approccio frammentato ed “evitare il logoramento delle relazioni commerciali fra i due Paesi” che rischiano di rendere più difficile affrontare le nuove sfide globali o “collaborare con le economie emergenti in Asia”.

In ballo i fronti antitrust – che il governo Biden sta affrontando – e il tema della digital tax.

Approccio bilaterale sui dossier “digital”

In assenza di accordi bilaterali le società tech rischiano sanzioni che potrebbero comportare “disinvestimenti di parti dell’attività delle big tech” e mettere a rischio “16 milioni di posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

L’appello parte da Karan Bhatia, vicepresidente per gli affari e le politiche di Google, che in post sul blog esorta l’amministrazione Biden ad aderire e ampliare al Consiglio per il commercio e la tecnologia Ue-Usa proposto dalla Commissione europea.

Le cause per violazione antitrust

L’appello di Google all’amministrazione Biden arriva nel momento in cui il nuovo presidente ha iniziato a coinvolgere nel proprio team anche personaggi particolarmente critici nei confronti dei maggiori player del settore tecnlogico, fra cui la candidata alla Federal Trade Commission Lina Khan e il consigliere del Consiglio economico nazionale Tim Wu. L’azienda deve affrontare cause legali antitrust da diversi stati e dal Dipartimento di Giustizia, iniziate sotto la precedente amministrazione.

Tuttavia, secondo alcuni osservatori, l’appello di Google all’amministrazione Biden potrebbe indicare che le tech company vedono nel Governo Usa un potenziale alleato per mitigare o respingere la legislazione più impattante dell’Ue e prevenire una versione frammentata di Internet nei vari continenti. La Commissione europea ha mostrato una maggiore propensione negli ultimi anni a contenere le società tecnologiche con sede negli Stati Uniti, infliggendo sanzioni per violazioni antitrust a Google. Ma anche gli Stati Uniti hanno recentemente intensificato l’applicazione di regole simili e le recenti nomine di Biden indicano una continuazione di questa politica.

Per essere più efficaci, scrive Bahtia, entrambi i paesi “dovrebbero consultarsi prima di intraprendere azioni”.

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