L’Italia sta mettendo le basi per affermarsi come uno dei Paesi all’avanguardia nel campo del Web3, la nuova generazione di Internet decentralizzata, open source e costruita sulla tecnologia blockchain. A evidenziarlo è un recente report di Looking Glass, “Bringing tech-led business
changes into focus“. Le tecnologie Web3 includono la blockchain, le criptovalute, i contratti intelligenti le applicazioni decentralizzate e i non-fungible tokens, i cosiddetti Nft.
Il quadro europero del Web3
L’Europa, si legge su un’analisi di Thoughtwork che si basa sui dati del report Looking Glass, è stata all’avanguardia nello sviluppo della tecnologia Web3, con diversi Paesi che hanno investito sull’opportunità offerte dall’ecosistema. L’Unione Europea ha riconosciuto il potenziale del Web3 e ha lanciato diverse iniziative per sostenerne lo sviluppo, a partire dalla European Blockchain Partnership lanciata nel 2021, che mira a promuovere l’uso della tecnologia blockchain in Europa. Tra i Paesi che hanno creato ambienti normativi favorevoli alle startup Web3, introducendo normative a supporto delle blockchain e delle criptovalute e proteggendo così investitori e utenti, si sono distinte la Svizzera, l’Estonia e Malta, ma anche l’Italia ha saputo ritagliarsi un suo ruolo.
Il Web3 in Italia
L’Italia, secondo l’analisi di Thoughtwork, è uno dei mercati europei più promettenti per la tecnologia Web3, grazie alla cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità che lo contraddistinguono, e che hanno portato nel tempo alla nascita di diverse startup impegnate a esplorare stanno esplorando il potenziale della nuova generazione di Internet.
Tra gli sviluppi più significativi del Web3 in Italia c’è una crescita sostenuta del mercato degli Nft, i beni digitali unici che vengono verificati su una blockchain e che hanno guadagnato una grande popolarità negli ultimi anni. Gli Nft vengono in particolare utilizzati da artisti, musicisti e designer del nostro Paede per monetizzare il proprio lavoro e connettersi con il proprio pubblico.
Questa sensibilità verso il Web3 ha portato in Italia alla nascita di un nutrito ecosistema di startup, tra le quali si è distinta una piattaforma basata su blockchain che consente alle aziende di accettare pagamenti in criptovalute e un portafoglio mobile per le criptovalute che sta collaborando con le principali banche italiane.
Sul fronte istituzionale, il governo italiano ha riconosciuto il potenziale del Web3 e ha lanciato diverse iniziative per sostenerne lo sviluppo: tra queste la strategia Blockchain lanciata nel 2019 dal ministero dello Sviluppo Economico per promuovere l’uso di questa tecnologia in Italia, oltre alle normative introdotte a supporto dell’uso delle criptovalute e della tecnologia.
Le nuove opportunità per le imprese
“Grazie al sostegno del governo e a un contesto normativo favorevole – sottolinea Thoughtwork – il mercato Web3 è destinato a crescere rapidamente nei prossimi anni. Tuttavia, le aziende devono considerare attentamente l’impatto del Web3 sulle loro attività principali e adattarlo solo se necessario e con cautela, senza seguire unicamente la moda del momento”.
I principali vantaggi che potranno arrivare alle imprese dall’implementazione di tecnologie Web3 riguardano la riduzione della burocrazia, ad esempio nell’ambito dei contratti internazionali.
Gli ostacoli da superare
Tra le principali difficoltà che oggi frenano la diffusione del web3 ci sono le criticità che riguardano la sicurezza: è emblematico il caso dell’exchange Ftx, che con il suo fallimento ha causato la perdita di token per centinaia di milioni di dollari: “Quando e se questo stigma sarà sconfitto – spiega Thoughtwork – le caratteristiche di decentralizzazione e di maggiore controllo sull’utilizzo dei dati da parte degli utenti finali potrebbero convincere un maggior numero di consumatori a condividere dati, e questo darà alle aziende il carburante necessario per applicazioni più utili e ricche”.
Per arrivare a questi risultati sarà centrale il ruolo dell’evoluzione delle normative su Web3 e blockchain in tutto il mondo: il compito di normare il settore è stato affidato negli Stati Uniti a Sec, la Security and Exchange Commission, impegnata a individuare le contromisure per arginare le attività delle aziende sospettate dì attività fraudolente nell’ambito web3.