Telecom Italia è sempre sul podio per la comunicazione corporate online in Italia. È quanto emerge dalla ricerca Webranking by Comprend, la principale ricerca europea che premia i migliori siti corporate.
Realizzata da Lundquist in collaborazione con Comprend (ex KW Digital e divisione digitale di Hallvarsson&Halvarsson), la ricerca ha valutato 69 grandi aziende quotate a livello italiano (800 i casi analizzati a livello internazionale) e ha sottoposto i vari siti a uno “stress test” per giudicarne la capacità di informare il mercato e di governare la reputazione societaria. Solo 20 aziende italiane, meno di un terzo, ha superato l’esame mentre altre 20 hanno totalizzato punteggi inferiori ai 30 punti non mostrando, secondo Comprend, i requisiti minimi richiesti.
In Italia Eni ha confermato la sua leadership nella comunicazione web aggiudicandosi, per il secondo anno di fila, la tredicesima edizione italiana di Webranking by Comprend. Balzo di Snam, che si è attestata al secondo posto assoluto e si è aggiudicata anche il titolo di ‘best improver’, come società che ha aumentato maggiormente il proprio punteggio rispetto all’edizione precedente. Telecom Italia è scesa in terza posizione (l’anno scorso occupava il secondo posto) ma si è mantenuta tra le prime tre “reginette” della comunicazione corporate online.
In generale le aziende italiane ottengono buone performance nella presentazione dell’azienda, la pubblicazione dei bilanci e le informazioni sulla governance. Ma in un contesto economico difficile, metà delle società non parla del futuro in termini di strategia, growth driver, debito e gestione di rischi, che sono informazioni sempre più importanti per gli investitori. Le aree in cui esiste una maggiore differenza rispetto alle performance europee sono quelle legate alle informazioni non finanziarie come la sostenibilità e le risorse umane.
Un quarto del campione italiano, ad esempio, non presenta l’azienda ai potenziali candidati e quasi la metà non informa sulle posizioni aperte sul proprio sito. Si riscontra, infine, maggiore efficacia nella creazione di un dialogo con gli stakeholder attraverso i social media o, più semplicemente, mettendo in evidenza i contatti online. Le performance italiane relativamente ai criteri legati a social media e motori di ricerca sono migliorate di 7 punti percentuali rispetto allo scorso anno ma non superano il 30% del punteggio massimo, mentre è aumentato il divario rispetto alle performance europee.
Quest’anno è incrementato anche il numero delle aziende (tre su cinque), che presenta sul proprio sito un collegamento ai propri account sui social media. Nella maggior parte dei casi vengono solo presentate le icone dei diversi canali, solo il 20% spiega o integra contenuti social media all’interno dei siti. All’interno dei vari canali social media i risultati variano parecchio. Ad esempio, il 46% delle società offre almeno le informazioni di base su LinkedIn che risulta essere il canale aziendale preferito ma pur sempre poco utilizzato rispetto all’Europa dove il 66% delle top 100 si presenta su LinkedIn. L’86% delle società ha un articolo con qualche informazione su Wikipedia, gestita da editori indipendenti.
Un altro aspetto evidenziato in generale dalla ricerca è la scarsa informazione legata al mondo della sostenibilità. In particolare, in Italia, solo poco più della metà delle aziende presentano un bilancio di sostenibilità (contro il 94% tra le maggiori 100 aziende livello europeo) e una su quattro non presenta alcuna informazione di sostenibilità (eccetto il codice etico).