La Ue accelera sulla digitalizzazione del welfare. In una comunicazione ad hoc, la Commissione europea ha proposto misure concrete. La comunicazione definisce azioni volte a rendere più rapido e più semplice l’accesso a livello transfrontaliero ai servizi di sicurezza sociale utilizzando appieno gli strumenti digitali e riducendo gli oneri amministrativi per cittadini e imprese.
“Nell’Ue ci sono 16 milioni di cittadini che vivono in un Paese europeo diverso da quello in cui sono nati, 9 milioni di richieste di assistenza sanitaria transfrontaliera, 6 milioni di pensioni erogate a pensionati che risiedono in un altro Stato membro e 3,6 milioni di persone che hanno bisogno di inviare documenti all’estero per lavorare – ha detto il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit – Si tratta di cittadini, ma anche di imprese e vogliamo rendere la vita più semplice per entrambi, rendendola anche più sicura”.
L’obiettivo delle misure
Le azioni puntano a migliorare lo scambio di informazioni tra gli istituti nazionali di sicurezza sociale e accelereranno il riconoscimento nonché la concessione delle prestazioni ammissibili a livello transfrontaliero. Diventerà in tal modo più facile per gli europei abitare, lavorare e viaggiare all’estero, per le imprese operare in altri paesi dell’Ue e per le amministrazioni nazionali coordinare la sicurezza sociale a livello transfrontaliero.
“Nonostante le iniziative passate volte a migliorare il flusso transfrontaliero di informazioni sulla sicurezza sociale, gli istituti, i prestatori di assistenza sanitaria e gli ispettorati del lavoro nazionali -spiega una nota dell’esecutivo Ue – continuano a incontrare difficoltà di accesso e condivisione dei dati a causa del livello insufficiente di interoperabilità tra i sistemi nazionali. Questa situazione comporta inoltre una serie di costi, ad esempio per il rilascio e la verifica dei documenti attestanti i diritti”.
In questo contesto la Commissione propone azioni future per sfruttare appieno i vantaggi che la digitalizzazione può offrire.
Le principali misure proposte
La Commissione invita gli Stati membri a:
- accelerare l’attuazione a livello nazionale dello scambio elettronico di informazioni sulla sicurezza sociale (Eessi) affinché possa essere pienamente operativo in tutta Europa entro la fine del 2024. L’Eessi digitalizza gli scambi tra gli istituti nazionali di sicurezza sociale per abbandonare le procedure cartacee, lente e gravose;
- espletare interamente in linea un numero maggiore di procedure di coordinamento della sicurezza sociale, affinché diventi ancora più semplice per le persone trasferirsi e lavorare all’estero, e garantire a chi ne ha diritto un accesso rapido alle prestazioni sociali. Gli Stati membri possono basarsi sul regolamento sullo sportello digitale unico, che prevede che alcune importanti procedure amministrative siano erogate ai cittadini e alle imprese interamente in linea entro il 12 dicembre 2023;
- partecipare pienamente alle attività pilota della tessera europea di sicurezza sociale (EssPass), che esaminano come semplificare il rilascio e la verifica dei diritti alle prestazioni sociali dei cittadini a livello transfrontaliero;
- adoperarsi per l’introduzione dei portafogli europei di identità digitale (Eudi), che consentiranno ai cittadini dell’UE di disporre delle versioni digitali dei documenti attestanti i loro diritti, come la tessera europea di assicurazione malattia (Team), agevolando per gli istituti di sicurezza sociale, gli ispettorati del lavoro e i prestatori di assistenza sanitaria la verifica immediata di tali documenti.
La Commissione sosterrà gli Stati membri dell’Ue nell’attuazione di tali azioni fornendo loro assistenza tecnica, anche attraverso lo strumento di sostegno tecnico, e mettendo loro a disposizione finanziamenti dell’Ue, ad esempio attraverso il programma Europa digitale, InvestEu, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo sociale europeo Plus.
Anche l’Autorità europea del lavoro svolgerà un ruolo attivo raccogliendo esempi di migliori pratiche e agevolando scambi regolari tra le autorità nazionali.
Le prossime tappe
“La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare l’approccio illustrato nella comunicazione ed esorta gli Stati membri e tutti i portatori di interessi a collaborare per attuarne le azioni – evidenzia Bruxelles – La Commissione sosterrà e monitorerà l’attuazione della comunicazione nel corso di riunioni annuali con i rappresentanti nazionali.
Il contesto
I cittadini dell’Unione europea hanno il diritto di viaggiare, lavorare e abitare in un altro paese dell’Ue. Nel 2021 16 milioni di persone provenienti dall’Ue, dallo Spazio economico europeo (See)/Associazione europea di libero scambio (Efta) e dalla Svizzera hanno abitato e/o lavorato in un altro paese dell’Ue, del See/Efta o in Svizzera. Le norme Ue tutelano i diritti in materia di sicurezza sociale delle persone che si spostano in Europa, ad esempio per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, le prestazioni familiari e le pensioni, e garantiscono loro di accedere più rapidamente possibile in tutta l’Ue alle prestazioni cui hanno diritto.
Nel 2021 circa 235 milioni di persone in Europa erano in possesso di una tessera europea di assicurazione malattia (Team), che le ha aiutate a ottenere cure sanitarie necessarie e non programmate mentre si trovavano all’estero. Sono state inoltre erogate 6 milioni di pensioni a pensionati residenti in un altro paese. Inoltre, le amministrazioni nazionali hanno ricevuto 3,6 milioni di richieste di prova della copertura previdenziale in situazioni transfrontaliere.
Grazie al sistema di scambio elettronico di informazioni sulla sicurezza sociale, dal 2019 gli istituti di sicurezza sociale degli Stati membri hanno gestito in modo più rapido e sicuro 16,5 milioni di fascicoli di sicurezza sociale riguardanti persone che viaggiano, abitano, studiano e/o lavorano in un altro paese dell’Ue. Ogni mese vengono scambiati 2,5 milioni di messaggi elettronici.
Attualmente 12 istituzioni degli Stati membri stanno sperimentando EssPass per rilasciare e verificare digitalmente i diritti alle prestazioni sociali dei cittadini a livello transfrontaliero, come il “documento portatile A1” a fini lavorativi e la Team per l’assistenza sanitaria.
Articolo originariamente pubblicato il 06 Set 2023