L’esperienza sul wholesale only per la fibra in Italia potrebbe diventare un riferimento su scala internazionale per il mondo delle telecomunicazioni e per la diffusione della banda ultralarga. In un panorama in cui la concorrenza tra operatori è sempre più agguerrita, il nostro Paese potrebbe infatti rappresentare un interessante laboratorio per un approccio che potrebbe aprire la strada a nuove prospettive di business.
L’adozione di modelli wholesale only, infatti, ha dimostrato di contribuire a una più profonda penetrazione della banda larga e di migliorare la qualità dei servizi di telecomunicazione, riducendo il digital divide e promuovendo una maggiore inclusione digitale.
Wholesale only: la situazione in Italia
Il mercato delle telecomunicazioni in Italia sta vivendo un momento di profonda trasformazione, con il 2024 che è stato caratterizzato da un “evento” spartiacque: il debutto di FiberCop, società nata dalla separazione dell’infrastruttura in fibra ottica di Tim dalle sue attività commerciali. Arriva così sul mercato italiano un nuovo operatore wholesale only che va ad affiancarsi a Open Fiber. Intanto, a testimoniare la vivacità nel settore, anche altri player sono attivi sul mercato wholesale, come ad esempio Fastweb Wholesale e Opnet, wholesale company di WindTre. A questi operatori si aggiungono, nel campo delle torri, Inwit e Cellnex Italia, il cui business ha registrato tassi di crescita importanti.
Tlc, il modello “wholesale only”
Il modello di business wholesale only è quello in cui un operatore di rete nelle tlc si concentra esclusivamente sulla vendita del servizio “all’ingrosso”, senza vendere la connessione a banda larga direttamente agli utenti finali. Si tratta di un approccio relativamente nuovo che inizia a essere adottato da diversi Paesi in Europa per spingere sulla diffusione capillare del fiber to the home, portando la fibra direttamente fino alle abitazioni degli utenti, che si tratti di privati cittadini o di aziende.
Il principio alla base del business model wholesale only, in sostanza, è quello di separare la gestione della rete dalla vendita dei servizi agli utenti finali. Grazie a questa “filosofia” gli operatori wholesale only si caratterizzano per la loro capacità di attrarre investimenti anche da investitori a lungo termine.
La definizione del Codice Europeo delle Comunicazioni
A dare una definizione del wholesale only è il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche dell’Unione Europea, che norma il settore ed evidenzia come questo tipo di “operatori di rete all’ingrosso” non abbiamo rapporti preferenziali con i fornitori di servizi di banda larga al dettaglio, e proprio per questo siano incentivati a massimizzare l’utilizzo della propria rete, senza fare differenze tra i fornitori di servizi agli utenti finali. Questa è una differenza centrale rispetto ai fornitori verticalmente integrati, che potrebbero decidere di offrire “corsie preferenziali” ai fornitori che fanno parte del loro stesso gruppo.
Il modello wholesale only in Europa
Il panorama degli operatori wholesale only in Europa è in crescita costante. Tra i primi esempi, a metà degli anni ’90, c’è quello della svedese Stokab, azienda pubblica fondata nel 1994 a Stoccolma, che ha sviluppato un’infrastruttura di rete in fibra ottica aperta a tutti gli operatori, promuovendo un ambiente competitivo e neutrale per la fornitura di servizi di telecomunicazione.
Ma il mercato europeo di settore ha iniziato a svilupparsi con una certa intensità a partire dal 2015, con la nascita di nuovi operatori come Open Fiber in Italia, Siro in Irlanda e Fluvius in Belgio.
Negli stessi anni si è registrata un’espansione importante di Cityfibre in Uk e di alcune iniziative rurali in Austria. Ma modelli commerciali wholesale only si sono affermati anche in Francia, Portogallo, Spagna e Svizzera con processi di co-investimento e separazione della rete.
I vantaggi del modello wholesale only
Rispetto all’assetto tradizionale del mercato, il mercato wholesale only potrebbe aprire una serie di nuove opportunità per dare spinta al settore delle telecomunicazioni nel nostro Paese, provato da anni di guerra dei prezzi e da margini sempre più ridotti a fronte di investimenti cospicui per rimanere al passo con l’innovazione. Tra i vantaggi che questo modello promette ce ne sono essenzialmente di tre categorie:
- Quelli legati alla concorrenza e alla neutralità, grazie al fatto che il modello wholesale only favorisce un mercato più competitivo in cui gli operatori hanno pari accesso all’infrastruttura senza doverla possedere. Una circostanza che garantisce neutralità e apertura, stimolando la concorrenza tra i fornitori di servizi, che possono così concentrarsi sull’innovazione e sull’offerta di migliori soluzioni per i clienti finali
- Efficienza e cost saving: poiché gli operatori che adottano questo modello non devono investire nella costruzione e manutenzione dell’infrastruttura, possono ridurre i costi operativi e concentrare gli investimenti sul miglioramento dei servizi.
- Focus sull’innovazione: Gli operatori infrastrutturali possono focalizzarsi esclusivamente sul miglioramento delle infrastrutture, portando avanzamenti tecnologici più rapidi, a partire dallo sviluppo di reti Ftth e 5G, essenziali per centrare gli obiettivi di digitalizzazione del Paese.
La nascita del wholesale only e i modelli internazionali
Il primo esempio di operatore di telecomunicazioni “wholesale only” su scala globale è generalmente considerato quello di Stokab, società pubblica fondata nel 1994 a Stoccolma, in Svezia. Stokab ha sviluppato un’infrastruttura di rete in fibra ottica aperta a tutti gli operatori, promuovendo un ambiente competitivo e neutrale per la fornitura di servizi.
Tra i modelli principali su scala internazionale si annovera Open Fiber in Italia, e in Irlanda Siro, joint venture tra Esb Group e Vodafone che ha adottato il modello wholesale only per distribuire la fibra ottica nel Paese, portando a un sostanziale miglioramento della connettività in molte aree urbane e rurali.
Quanto agli Stati Uniti, il modello wholesale only non è ampiamente diffuso, ma esistono esempi che si avvicinano a questo approccio. Aziende come Google Fiber, sebbene non siano completamente “wholesale only”, offrono infrastrutture in fibra ottica che possono essere utilizzate da altri fornitori di servizi.
Inoltre, alcune società specializzate nella gestione di torri di telecomunicazione, come American Tower Corporation, operano in un contesto simile a quello wholesale, offrendo l’accesso alle loro infrastrutture a più operatori di rete mobili. Si tratta in entrambi i casi di modelli che promuovono l’efficienza e la condivisione delle risorse, anche se non strettamente “wholesale only” nel senso tradizionale.
I vantaggi del modello wholesale only per gli investitori
Il modello wholesale only si è dimostrato particolarmente attraente per gli investitori, offrendo una serie di vantaggi rispetto ai tradizionali modelli di business verticalmente integrati nel settore delle telecomunicazioni. Uno dei principali punti di forza risiede nella natura dell’infrastruttura in fibra ottica come asset di lungo periodo con flussi di cassa prevedibili. Gli investitori, infatti, percepiscono le reti in fibra come un’infrastruttura essenziale con caratteristiche simili a quelle delle utilities, capace di generare rendimenti stabili su un orizzonte temporale esteso. Si tratta infatti di progetti che hanno una vita tecnica ed economica fino a 50 anni, generando flussi di cassa stabili e rendimenti prevedibili.
Un altro vantaggio chiave del modello wholesale only è la riduzione del rischio di investimento rispetto ai modelli integrati. Fornire accesso a terzi riduce significativamente il rischio di investimento, consentendo di massimizzare la penetrazione sulla rete. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un contesto in cui la duplicazione delle infrastrutture in fibra non è economicamente sostenibile in molte aree.
Il modello wholesale only permette inoltre di separare il business infrastrutturale, caratterizzato da investimenti elevati ma stabili nel lungo periodo, dal business dei servizi retail, più volatile e soggetto a una maggiore pressione competitiva. Questa separazione, consente di valorizzare al meglio le diverse componenti del business, attraendo investitori con profili di rischio-rendimento differenti.
Le torri di tramissione
Oltre all’esempio già citato di American Tower Corporation, uno dei più grandi operatori di torri di telecomunicazione a livello globale, che offre torri per la condivisione tra diversi fornitori di servizi mobili, consentendo loro di ridurre i costi infrastrutturali e aumentare la copertura senza dover costruire nuove torri da zero, ci sono altre realtà internazionali che operano utilizzando la stessa strategia.
È il caso ad esempio di Crown Castle, player attivo principalmente nel mercato statunitense, che gestisce una vasta rete di torri di telecomunicazione e fornisce accesso a infrastrutture chiave per operatori mobili, servizi a banda larga e reti wireless.
In Europa tra gli operatori principali si attesta Cellnex Telecom, che gestisce torri e altre infrastrutture e offre servizi a operatori mobili in vari paesi europei, compresa l’Italia.
Sempre in Italia è da considerare Inwit, nata come spin-off di Telecom Italia, che gestisce un’ampia rete di torri e offre accesso a vari operatori di telecomunicazioni mobili, supportando la diffusione di 4G, 5G e fixed wireless access.
Io modello nelle Tlc mobili
Tra gli operatori internazionali impegnati nelle telecomunicazioni mobili utilizzando il modello wholesale only è possibile annoverare Dish Network, che sviluppa una rete 5G negli Stati Uniti con l’intenzione di operare come fornitore wholesale, offrendo accesso alla sua rete principalmente a operatori mobili virtuali, e Telesat, che fornisce soluzioni satellitari che possono essere viste come un modello wholesale, offrendo accesso alla sua infrastruttura per servizi di comunicazione mobile e dati a larga scala.
Il network sharing e il modello “wholesale only”
La condivisione delle infrastrutture di trasmissione tra operatori, il cosiddetto “network sharing”, ha diversi punti in comune con il modello wholesale only, a partire dal principio della riduzione dei costi, evitando sovrapposizioni nell’implementazione e nella manutenzione delle reti. La condivisione degli asset di rete, infatti, permette un uso più efficiente delle infrastrutture esistenti, riducendo la necessità di costruire nuove torri o reti, e minimizzando l’impatto ambientale.
Entrambi i modelli, inoltre, possono portare a una copertura più estesa e a un miglioramento dell’accesso ai servizi di telecomunicazione, specialmente in aree dove sarebbe economicamente non conveniente per un singolo operatore costruire infrastrutture proprie. Entrambi i modelli, inoltre, facilitando l’accesso alle infrastrutture, promuovono una concorrenza più equa tra gli operatori di servizi, poiché più aziende possono offrire servizi senza la necessità di costruire e gestire reti proprie.
Passando alle differenze, il network sharing spesso implica un accordo tra due o più operatori di rete per condividere specifici asset o risorse, mentre nel modello wholesale only il gestore delle reti mantiene un approccio neutrale e non partecipa al mercato retail.