LA RIORGANIZZAZIONE

Wind Tre: reskilling e uscite volontarie per 1500 dipendenti

La compagnia pronta ad avviare un percorso condiviso con i sindacati. Soddisfatte Slc, Fistel e Uilcom: “Confermata l’intenzione di puntare su una crescita che non rincorra il mercato delle tariffe più basse e di investire sei miliardi per la rete unica e il 5G”

Pubblicato il 24 Gen 2020

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Re-skilling ed esodi volontari in tre anni per 1500 dipendenti. È il piano di riorganizzazione che Wind Tre ha comunicato ai sindacati annunciando anche la volontà di avviare un percorso condiviso.

“Per quanto riguarda l’approccio del sindacato va messa al centro la qualità del lavoro e la difesa dei perimetri – spiega Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil – Tuttavia il ragionamento di Wind Tre è condivisibile, siamo nel solco della contrattazione di anticipo”. L’intenzione dell’azienda è quella di gestire metà dei dipendenti con esodi incentivati, il resto tramite riprofessionalizzazioni. La riorganizzazione si è resa necessaria a valle del  completamento della fusione tra Wind e Tre e anche a causa dell’obsolescenza di varie figure professionali, fenomeno che riguarda tutto il settore.

“Nel triennio – continua Saccone – siamo nelle condizioni con la nostra cassetta degli attrezzi, tra uscite volontarie e riprofessionalizzazioni, di monitorare e gestire la situazione di Wind Tre senza atti unilaterali e traumatici. Tuttavia – avverte – qualora Wind Tre dovesse dichiarare 1.500 esuberi noi non saremmo d’accordo. Restiamo infatti contrari a ogni futura decisione unilaterale di tagliare l’occupazione”. Il segretario nazionale della Slc Cgil sottolinea poi che anche per il dossier data center l’azienda ha dato rassicurazioni sul fatto che le eventuali uscite dei lavoratori legate alla dismissione dell’asset saranno volontarie.

Dopo la Slc Cgil, anche Fistel e Uilcom giudicano positivamente il dialogo aperto con Wind Tre per la gestione di 1.500 potenziali esuberi che potrebbero presentarsi nel prossimo triennio.

Wind Tre – spiega Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl – vive la grande crisi che da alcuni anni affligge il settore delle telecomunicazioni. Operare in un contesto competitivo e a bassa marginalità è oggettivamente difficile. In questo quadro di difficoltà intendiamo verificare con l’azienda la possibilità di un percorso condiviso per cercare ogni strumento utile alla conservazione del perimetro occupazionale puntando sulla internalizzazione di attività di valore, formazione e riqualificazione professionale con l’obiettivo di gestire eventuali eccedenze senza effetti traumatici sui lavoratori”.

L’incontro avuto con l’azienda, afferma Pierpaolo Mischi, segretario nazionale Uilcom Uil, “è stato positivo a cominciare dal fatto che si è scongiurato una strappo relazionale anche sulla cessione dei data center visto che l’azienda ha dato rassicurazioni sul fatto che anche per i dipendenti di quell’asset si ragionera’ solo su uscite volontarie. Quanto alla complessità dell’intero progetto riorganizzativo si sono gettate le basi per un percorso condiviso. L’azienda sta ultimando la fase di riassetto post fusione (tra Wind e Tre) e sta predisponendosi verso la digitalizzazione e l’automazione dei processi. Occorre quindi evitare atti unilaterali che portino a modifiche di perimetro ma soprattutto evitare ricadute occupazionali traumatiche”.

Il piano di Wind Tre

Nell’incontro tra azienda e sindacati, raccontano le sigle in un comunicato congiunto, è stata illustrata la situazione aziendale e del piano di impresa per il triennio 2020/2023. Per i sindacati sebbene in un quadro competitivo ancora molto complicato, caratterizzato dalla presenza di operatori che continuano a spingere decisamente sul tasto della competizione sui costi, la dirigenza aziendale di Wind Tre ha confermato di voler puntare su una crescita armonica che non rincorra necessariamente il mercato delle tariffe più basse ma stabilizzi l’azienda nel segmento delle medie e piccole imprese e del mercato consumer.

Sul fronte degli investimenti tecnologici Wind Tre ha confermato l’investimento iniziale da sei miliardi di euro nella realizzazione della rete unica e nello sviluppo dell’infrastruttura 5G. Le recenti operazioni societarie hanno permesso di razionalizzare la catena di controllo aziendale sotto le Holding Hutchintson Wampoa favorendo una razionale ristrutturazione del debito con una conseguente semplificazione della capacità di investimento. Il Turn around della “rete unica” fra infrastrutture ex Wind ed ex Tre è ormai alle battute finali. Ciò consentirà, secondo quanto riferito dai responsabili aziendali ai sindacati, di avere a breve una rete 4G unica ed efficiente pronta per lo sviluppo delle infrastrutture 5G. L’accordo commerciale con Fastweb, inoltre, consentirà all’azienda di aprire ulteriori ed interessanti spazi di sviluppo infrastrutturale, tecnologico e commerciale.

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