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Wolters Kluwer inventa il commercialista 2.0

Previsto per il 2016 il lancio di una nuova suite che ambisce a connettere “tax advisor” e Pmi. Angeleri (managing director): “Bisogna espandere l’attività dal semplice adempimento fiscale ai servizi di consulenza per l’impresa”

Pubblicato il 18 Nov 2015

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Dalla spinta all’efficienza alla creazione di valore. Così, in estrema sintesi si potrebbe definire il nuovo mantra di Wolters Kluwer all’interno del mercato italiano. Tutto o quasi ruota intorno a una nuova suite che dovrebbe essere presentata all’inizio del 2016 e che di release in release, attraverso una fase beta e la graduale estensione ai clienti dovrebbe fornire un’architettura unificata e interoperabile tra studi di professionisti (commercialisti e consulenti fiscali) e piccole e medie imprese. Una piattaforma fruibile sia on premise che via cloud che non solo permetterà l’integrazione tra i software Wolters Kluwer dell’una e dell’altra sponda per l’acquisizione e l’elaborazione di dichiarativi, documenti e fatture, ma che grazie a specifici connettori dotati di intelligenza artificiale auto-apprendente potrà dialogare anche con gli applicativi e i formati di altre software house.

“Lungo le direttrici dell’Agenda digitale assistiamo a un’importante trasformazione anche nel mondo dei tax advisor”, spiega Pierfrancesco Angeleri, managing director Tax & Accounting di Wolters Kluwer Italia, la divisione software della multinazionale olandese specializzata in editoria specialistica, formazione e servizi per professionisti.Molte delle attività tradizionali iniziano a essere svolte all’estero, in outsourcing, e in un mondo in cui tutto ciò che è informatizzato tende a diventare commodity, i soggetti che non adeguano la propria offerta si trovano sempre più sotto la pressione di una concorrenza giocata sulla guerra dei prezzi. Oggi si punta a espandere l’attività dal semplice adempimento fiscale ai servizi di consulenza per la PMI. Se il commercialista non affronta questa sfida, il suo giro d’affari rischia irrimediabilmente una compressione in termini di fatturati e marginalità”.

L’obiettivo di Wolters Kluwer è da una parte continuare a sviluppare soluzioni e dashboard su misura che permettano ai commercialisti di aumentare l’efficienza al proprio interno, dall’altra introdurre nuove applicazioni collaborative di facile utilizzo che generino valore per il cliente finale. In altre parole, fornendo alle piccole e medie imprese Erp (Enterprise resource planning) base che gli imprenditori possono utilizzare in autonomia condividendo all’occorrenza risorse con i propri consulenti. “Proponendoci direttamente alle aziende non facciamo concorrenza ai professionisti, ma cerchiamo di seguire la naturale crescita ed evoluzione delle Pmi”, precisa Angeleri. “Man mano che l’azienda cresce, i servizi di contabilità offerti dal commercialista non sono più adeguati alle esigenze dell’organizzazione. Dal nostro punto di vista, l’offerta diretta di Erp capaci di dialogare con i software degli studi può invece aiutare i commercialisti a tenere legati a sé clienti che altrimenti potrebbero rivolgersi ad altri consulenti”.

La strategia di Angeleri si basa anche sui dati messi in evidenza da una ricerca degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano: attualmente il 43% delle Pmi considera i propri commercialisti come consulenti a tutti gli effetti, e nel 25-40% dei casi hanno bisogno di sostegno principalmente sui temi del marketing, controllo di gestione e compliance normativa dei processi aziendali. Se per l’81% dei rispondenti le imprese si dicono nel complesso soddisfatte del proprio advisor, il 45% vorrebbe avere un rapporto più informatizzato, mentre il 56% desidera essere seguito con maggiore assiduità.

Dei circa 80 mila commercialisti e studi professionali presenti in Italia, sono circa 16 mila i clienti serviti da Wolters Kluwer, con più di un milione di aziende gestite attraverso le soluzioni (dalla gestione contabile al payroll passando per funzioni HR, Crm, comunicazione con istituzioni, archiviazione e conservazione) del gruppo olandese, che opera in Italia con 238 sviluppatori attivi nelle software factory dislocate tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino e Campania. “Il mercato è molto frammentato”, continua Angeleri, “ma noi possiamo considerarci tra i primi quattro operatori insieme a Zucchetti, Teamsystem e Sistemi”.

Tra i concorrenti di Wolters Kluwer c’è anche la sammarinese Passepartout, che a settembre, lanciando la nuova strategia rivolta al canale, aveva annunciato l’arrivo di un marketplace digitale (il Pass Store) per la condivisione di applicazioni e software verticali tra clienti, partner e sviluppatori. Seguendo la stessa logica di crowdsourcing, Wolters Kluwer ha intenzione di dare vita a un progetto simile, estendendo il livello di condivisione oltre che alle app pure ai dati e alle persone. “Sicuramente la messa a fattor comune di soluzioni specifiche rappresenta un passo avanti nel processo di personalizzazione dell’offerta”, spiega a CorCom Sergio Boaretto, direttore sviluppo Software Tax & Accounting. “Ma noi crediamo sia fondamentale anche permettere ai commercialisti di accedere ai dati prodotti dai loro colleghi in contesti analoghi: una volta elaborati, si riveleranno utilissimi per studiare e comprendere meglio le esigenze e le dinamiche di clienti anche appena acquisiti e su cui non si dispone di informazioni storicizzate”. Infine, il tema delle persone. Non è ancora stato definito nei dettagli, ma il piano di Wolters Kluwer prevede la creazione di una piattaforma social (se proprietaria o appoggiata a network già esistenti non è dato saperlo) all’interno della quale i professionisti potranno condividere in tempo reale best practice, applicazioni e suggerimenti su una realtà, quella degli adempimenti fiscali, che in Italia, si sa, cambia a una velocità vorticosa.

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