Sì al caricabatterie unico dal Parlamento e dal Consiglio dell’Ue: entro l’autunno 2024, Usb Type-C diventerà la porta di ricarica comune per tutti i telefoni cellulari, tablet e fotocamere nell’Unione. L’accordo provvisorio sulla modifica della Radio equipment directive stabilisce un’unica soluzione di ricarica per una serie di dispositivi elettronici. Anche quelli di Apple, che da sempre si distingue sul mercato per le soluzioni proprietarie. Per Bruxelles si tratta di una legge che rende i prodotti dell’Ue più sostenibili, aiuta a ridurre i rifiuti elettronici e semplifica la vita dei consumatori.
In base alle nuove regole i consumatori non avranno più bisogno di un dispositivo di ricarica e di un cavo diversi ogni volta che acquistano un nuovo dispositivo e potranno utilizzare un unico caricabatterie per tutti i loro dispositivi elettronici portatili di piccole e medie dimensioni. Telefoni cellulari, tablet, e-reader, earbuds, fotocamere digitali, cuffie e headsets, console per videogiochi e altoparlanti portatili ricaricabili tramite cavo dovranno essere dotati di una porta Usb Type-C, indipendentemente dal produttore. Anche i laptop dovranno essere adeguati ai requisiti entro 40 mesi dall’entrata in vigore della direttiva modificata.
“Oggi abbiamo reso il caricatore comune una realtà in Europa! I consumatori europei sono rimasti a lungo frustrati dal fatto che più caricabatterie si accumulavano con ogni nuovo dispositivo. Ora potranno utilizzare un unico caricatore per ogni loro dispositivo elettronico portatile”, ha affermato Alex Agius Saliba, eurodeputato socialista maltese e relatore per il Parlamento europeo sulla direttiva per l’adozione di caricabatterie unico. “L’accordo è una tappa fondamentale dopo oltre di 10 anni di lavoro a questa direttiva”.
Caricabatterie unico: meno e-waste più innovazione
Anche la velocità di ricarica è armonizzata per i dispositivi che supportano la ricarica rapida, consentendo agli utenti di caricare i propri dispositivi alla stessa velocità con qualsiasi caricabatterie compatibile.
Cambiano anche le etichette e le istruzioni: i consumatori riceveranno informazioni chiare sulle modalità di ricarica dei nuovi dispositivi, in modo che sia facile capire se i caricatori che già possiedono sono compatibili. Gli acquirenti potranno anche scegliere se acquistare nuove apparecchiature elettroniche con o senza un dispositivo di ricarica.
Questi nuovi obblighi porteranno a un maggiore riutilizzo dei caricabatterie e aiuteranno i consumatori a risparmiare fino a 250 milioni di euro all’anno sugli acquisti di caricabatterie non necessari. Si stima che i caricatori smaltiti e non utilizzati rappresentino almeno 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici all’anno.
Man mano che la tecnologia di ricarica wireless diventa più diffusa, la Commissione europea avrà il potere di sviluppare i cosiddetti atti delegati, sull’interoperabilità delle soluzioni di ricarica, incoraggiando l’innovazione tecnologica, si legge nella nota del Parlamento Ue.
Apple si dovrà adeguare
La regola del caricabatterie universale Usb-C “si applica a tutti, non è fatta per andare contro qualcuno”. Lo ha dichiarato il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, alla conferenza stampa di presentazione dell’accordo. “Siamo il primo mercato digitale al mondo e chi ci vuole entrare è obbligato a rispettare le nostre regole”, ha aggiunto.
L’eurodeputato Agius Saliba ha rimarcato: “Dal 2024 se Apple vorrà vendere i suoi dispositivi in Ue dovrà adottare il caricabatterie Usb-C. Su questo siamo stati molto chiari anche con loro, siamo stati a Cupertino e gliel’abbiamo detto”.
In autunno la proposta contro l’obsolescenza programmata
Dopo la pausa estiva, Parlamento e Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo prima che venga pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione e le sue disposizioni inizieranno ad applicarsi dopo 24 mesi. Le nuove regole non si applicheranno ai prodotti immessi sul mercato prima della data di applicazione.
Dopo la pausa estiva la Commissione europea presenterà anche la sua proposta di direttiva contro l’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici. “No a chi vuole farci cambiare smartphone ogni 3 anni”, ha affermato Breton annunciando il prossimo obiettivo dell’esecutivo Ue. “Stiamo lavorando all’eco-design per prevenire l’obsolescenza programmata di smartphone e tablet. Alcune aziende vorrebbero che cambiassimo il nostro smartphone ogni tre anni, li capiamo, ma non è il punto di vista dei consumatori e nemmeno il nostro, in termini di prendersi cura ora dell’ambiente”.
Breton ha anticipato che le misure allo studio “includeranno l’affidabilità, la facilità di smontaggio, gli incentivi alla riparazione, l’accesso ai pezzi di ricambio critici e l’aumento del riciclo”.