L’ingresso nel “gotha” dei più importanti produttori di smartphone mondiali passa, per Xiaomi, dalla capacità di produrre in casa i chip destinati ai device mobili, proprio come sono già in grado di fare, su scala mondiale, soltanto Apple, Samsung e Huawei. Così il produttore cinese, da poco superato nella leadership di vendite sul mercato domestico da Samsung, ha ufficializzato durante una cerimonia a Pechino di aver colmato questo gap presentando il “Surge S1”, il primo chip “fatto in casa” dal gruppo. Il chip equipaggerà il più recente modello di punta della casa cinese, lo smartphone Mi 5C.
“La capacità di produrre chip – spiega il cofondatore di Xiaomi Lei Jun – è la cosa più prestigiosa che possa fare un produttore di smartphone. Per Xiaomi questa mossa è un passo essenziale nel nostro sviluppo. Per mantenere la nostra promessa di fare innovazione disponibile per tutti, abbiamo bisogno di controllare le tecnologie ‘core’ della nostra industria, e integrare saldamente lo sviluppo hardware e software, per costruire smartphone sempre migliori che possano sorprendere l’industria e soddisfare gli utenti”.
Fino a oggi per produrre i propri smarphone Xiaomi si era rivolta agli statunitensi di Qualcomm e alla casa taiwanese Media Tek. Stando alle indiscrezioni pubblicate dal Wall street journal, il Governo cinese avrebbe contribuito con un finanziamento – di cui non si conosce l’ammontare – alla ricerca che è stata necessaria per arrivare alla produzione del Chip, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai processori costruiti fuori dalla Cina. Il paese è infatti il più grande acquirente di chip al mondo, settore in cui spende circa 200 miliardi di dollari l’anno, e soltanto una piccola parte di questi è prodotta nel mercato domestico.