E’ class action contro Yahoo in America per le email “spiate” dalla Internet company a fini pubblicitari: il giudice distrettuale Lucy Koh di San Jose, California, ha deciso che le accuse partite da un gruppo di utenti di servizi e-mail non-Yahoo possono avere lo status di class action nazionale. L’accusa sostiene che Yahoo abbia illecitamente intercettato i contenuti delle e-mail mandate da account non-Yahoo Mail verso iscritti del servizio Yahoo Mail e che abbia poi usato le informazioni per accrescere le sue entrate pubblicitarie.
Il giudice Lucy Koh ha decretato che le persone che hanno mandato le e-mail verso iscritti di Yahoo Mail o le hanno ricevute dagli account Yahoo, a partire dal 2 ottobre 2011, possono far causa collettivamente all’azienda di Sunnyvale in base alla legge federale “Stored Communications Act” per presunte violazioni della privacy. Il giudice ha anche deciso che gli utenti non-Yahoo Mail in California dal 2 ottobre 2012 possono far causa collettivamente a Yahoo in base alla legge californiana “Invasion of Privacy Act”.
Gli utenti di account e-mail non Yahoo hanno accusato l’azienda di aver copiato e quindi analizzato le loro e-mail, prelevando sia parole chiave che allegati, col fine di creare pubblicità mirate per i suoi 275 milioni di iscritti al servizio Yahoo Mail, oltre che per individuare spam e malware. L’accusa ha chiesto non solo un’ingiunzione del tribunale che vieti a Yahoo le presunte intercettazioni ma ha anche un risarcimento del danno subito.
Yahoo nel 2014 ha generato il 79% del suo fatturato dalla pubblicità search e display. Lo status di class action rende più facile ottenere un più cospicuo risarcimento dei danni e rimedi più significativi da parte di Yahoo a costi inferiori per l’accusa. Reuters riferisce che il gruppo di utenti non-Yahoo Mail coinvolti nella class action conterebbe 1 milione di persone.
Yahoo non ha per ora fornito commenti, indicando che non rilascia dichiarazioni su cause in corso. Il giudice Koh, nell’autorizzare l’avvio della class action, ha respinto le tesi di Yahoo secondo cui alcuni dei membri dell’accusa avevano acconsentito all’attività di “intercettazione” mandando e-mail agli utenti della Yahoo Mail e sapendo come le loro informazioni sarebbero state usate. Yahoo ha anche sostenuto che i presunti danni citati dall’accusa sarebbero di natura così disparata da non rendere possibile accorparli in una class action – altra tesi rifiutata dalla Koh.