Yahoo si spegne del tutto in Cina. Il colosso guidato da Marissa Mayer, che domani svelerà al mondo il suo nuovo logo, ha deciso di chiudere i suoi servizi di news e la comunità online nella Repubblica popolare cinese, dopo aver bloccato la posta elettronica il mese scorso.
Adesso la home page di Yahoo Cina reindirizza gli utenti verso un sito gestito da Alibaba, gruppo di e-commerce in cui ha una partecipazione. Nel post di saluto agli utenti, l’azienda parla di “adeguamento delle operazioni”.
Nel mercato cinese la società californiana si è trovata ad affrontare una forte concorrenza locale, come quella di Weibo, piattaforma simil-Twitter molto popolare, anche se spesso censurata, e non è ancora chiaro se in futuro tornerà a gestire direttamente le sue attività sulla rete cinese. Al momento Yahoo non ha rilasciato commenti.
L’“avventura” di Yahoo nel Paese asiatico non è mai stata priva di ostacoli. Il colosso informatico americano aveva acquistato il 40% di Alibaba nel 2005 per un miliardo di dollari. Ma i rapporti fra i due gruppi erano presto diventati tesi ed erano esplosi nel 2010 quando Yahoo aveva appoggiato Google nelle sue proteste contro la censura in Cina. A maggio 2012 il gigante americano aveva poi annunciato di aver raggiunto un accordo per dimezzare la sua quota nel gigante cinese del commercio elettronico, scendendo dal 40% al 20%. L’acquirente era la stessa Alibaba. L’imprenditore cinese Jack Ma, all’epoca alla guida del gruppo, aveva riacquistato la partecipazione da Yahoo per 7,1 miliardi di dollari. I due gruppi avevano anche raggiunto un’intesa per la cessione dell’ulteriore 20%: “Nel caso di un futuro ingresso in Borsa – spiegava una nota – Alibaba sarà obbligata o ad acquistare un quarto dell’attuale partecipazione di Yahoo nella società, o ad autorizzare Yahoo a vendere la quota in sede di Ipo”.