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YouTube si arrende agli inserzionisti: più dati sulla pubblicità

La piattaforma video pronta a consentire a società indipendenti di accedere alle informazioni sugli “spot” effettivamente visti dagli utenti. Grandi inserzionisti come Unilever e Kellogg’s avevano attaccato la “scarsa trasparenza” del sito

Pubblicato il 07 Set 2015

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YouTube affina gli strumenti che offre ai suoi inserzionisti, migliorando il servizio per le aziende che fanno pubblicità sulla sua piattaforma e rispondendo alle critiche di alcuni inserzionisti di peso, come Unilever e Kellogg’s, che hanno insinuato che gli investimenti pubblicitari su YouTube siano denaro perso. Il nuovo strumento prossimo al lancio permetterà alle aziende che fanno pubblicità su YouTube di verificare in modo indipendente quale porzione delle ads che mettono sul sito di video è effettivamente vista dagli utenti.

Non si tratta di capire solo quali pubblicità gli utenti “saltano” con l’apposita opzione “salta annuncio” (che si avvia dopo 5 secondi in molti, anche se non tutti i casi, sui video di YouTube) ma anche di individuare le situazioni in cui le pubblicità pagate dalle aziende non possono essere viste per altri motivi, per esempio perché si caricano in una parte della pagina web che è al di fuori dello spazio dello schermo dell’utente o perché l’utente riduce la finestra del web browser mentre c’è la pubblicità e lo rimette a schermo intero solo dopo che l’ad si è chiusa.

Kellogg’s, il noto marchio alimentare, ha smesso di fare pubblicità su YouTube quest’anno proprio perché, hanno riportato i media Usa, non poteva verificare in modo autonomo quali delle sue ads fossero realmente viste. Ora, secondo fonti sentite dal Financial Times, YouTube sarebbe pronta a rimediare permettendo, a delle società di verifica indipendenti, di accedere ai dati sulla posizione e il contesto delle ads che appaiono sul sito. L’iniziativa dovrebbe diventare operativa a fine anno e probabilmente attrarrà l’interesse delle società indipendenti che si occupano di svolgere queste verifiche per conto delle aziende, per esempio ComScore, DoubleVerify e Integral Ad Science.

Google, proprietaria della piattaforma video YouTube, cerca di migliorare così la sua trasparenza e potenziare i suoi strumenti di rilevazione sull’efficacia delle pubblicità. Big G ha già un sistema di misurazione in-house chiamato Active View per analizzare quanto le ads sono viste. A maggio ha pubblicato uno studio della “viewability” sui suoi network, tra cui DoubleClick e YouTube, e concluso che la viewability media delle pubblicità video sul web è del 54% ma su YouTube è del 91%: quasi tutte le ads sarebbero viste. Ma a molti grandi gruppi i dati interni di Google non bastano, senza contare che non esiste accordo su cosa si debba intendere per “viewability”. “Siamo impegnati a soddisfare le esigenze dei nostri clienti sulla misurazione dell’efficacia delle ads con sempre nuove soluzioni”, dice oggi Google ma senza confermare i nuovi piani per YouTube. Gli analisti stimano che la piattaforma video di Mountain View incassi più di 4 miliardi di dollari di revenue l’anno dalla pubblicità.

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