Si parla spesso di dataset come strumento per verificare l’operato e i costi delle PA, meno come asset in termini di valore economico. Assinform ha sviluppato un’attività progettuale sul tema, per focalizzare le caratteristiche e le dimensioni del mercato attuale e potenziale, per approfondire gli aspetti tecnico-normativi e per fornire indicazioni utili alle aziende associate. È un progetto importante, in quanto apparentemente manca ancora ad oggi un metodo per individuare preventivamente i dataset “chiave” delle PA capaci di generare valore, definire un metodo significativo, accelerarne il rilascio in modalità aperta e garantirne la qualità, l’aggiornamento e la manutenzione nel tempo.
Le nostre aziende – se ci sono le opportune garanzie – sono pronte ad investire ed a creare servizi in questo ambito, a beneficio dell’economia italiana ed europea. Come punto di partenza sono stati considerati i dataset più richiesti dalle società specializzate (infoprovider e infomediari). Il Gruppo di Lavoro ha inoltre selezionato un metodo aperto e tecnologicamente neutro (Open Data Management Cycle, Odmc) per aiutare le PA ad individuare, rilasciare e aggiornare i propri dati. È arrivato il momento di fornire un contributo all’Agenzia per l’Italia Digitale, coinvolgendo tutti i soggetti che, a vario titolo, trattano dataset “chiave” (es. cartografie, dati catastali, doganali e anagrafiche imprese), per proseguire nell’opera di aggiornamento dell’agenda nazionale e delle linee guida sulla valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, definendo sempre meglio e nel dettaglio: le regole tecniche da usare per i dataset “chiave” nei prossimi cinque anni (es. Sla), fornendo alle aziende le opportune garanzie necessarie ad effettuare gli investimenti, anche rilevanti, che si renderanno necessari; un modello (free, fremium, pay) che premi le aziende e le PA virtuose che collaborano e condividono i dati; una roadmap condivisa tra aziende e PA per il rilascio dei dati.