IL SORPASSO

Zoom debutta in Borsa e supera Pinterest

La società specializzata in soluzioni di videoconferenza mette a segno una capitalizzazione da 15,9 miliardi di dollari, contro i 13 della piattaforma social. Gli investitori preferiscono la profittabilità del gruppo fondato dall’ex Cisco Eric Yuan alle dimensioni e alla notorietà della media company

Pubblicato il 19 Apr 2019

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Un debutto in borsa esplosivo per Zoom, la software company californiana specializzata in soluzioni di videoconferenza via Cloud. Il gruppo fondato nel 2011 da Eric Yuan, ex Cisco, ha capitalizzato 15,9 miliardi di dollari, con un valore per azione di 62 dollari, superando Pinterest che quotandosi lo stesso giorno – ieri – ha racimolato “solo” 13 miliardi.

L’analisi comparativa fatta da Cnbc mette in evidenza le ragioni di questo distacco, nonostante le dimensioni estremamente diverse dei due business, e che vedono Pinterest in netto vantaggio, almeno sulla carta. La società che gestisce il sito di social media l’anno scorso ha infatti generato vendite pubblicitarie per 755,9 milioni di dollari, mentre Zoom ha ottenuto ricavi per 330,5 milioni, distribuendo le proprie soluzioni software in modalità B2b. Come tutti sanno, inoltre, il brand di Pinterest è assai più forte: con 265 milioni di utenti attivi ogni mese, la piattaforma gode di una awareness sconosciuta per l’azienda di Yuan, che però è riuscita a crescere più in fretta: il 118% di vendite in più negli ultimi due esercizi contro il 60% di Pinterest, che ha inoltre registrato perdite per 63 milioni di dollari, contro i margini da 7,6 milioni di Zoom. Non si tratta di una nota a discredito di Pinterest, la cui posizione finanziaria è assolutamente nella norma per un’azienda tecnologica che tenta la quotazione in borsa, quanto di un ulteriore punto di merito per la società di Eric Yuan, oltre che di un elemento fondamentale per comprendere una delle dinamiche del mercato attuale: in un clima caratterizzato da grandi incertezze, gli investitori tendono a dare la precedenza alla profittabilità anziché puntare su imprese più consolidate.

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