Crescita con il freno a mano tirato per Zoom. La piattaforma di videoconferenze rallenta il suo passo di marcia e rivede al ribasso le stime dei ricavi per l’anno, con un effetto domino sui titoli a Wall Street che perdono fino al 7% nel trading esteso. La fotografia della battuta d’arresto è stata scattata dalle cifre del secondo trimestre, rese note dalla società californiana.
La crescita rallenta, ricavi in calo nel secondo trimestre
Zoom, infatti, ha chiuso il secondo trimestre dell’esercizio fiscale con ricavi in aumento dell’8%, ma meno del +12% del trimestre precedente. Si tratta della crescita più lenta che la società abbia mai registrato finora. Anche l’utile netto è in calo a 45,7 milioni di dollari.
Di fronte a questa frenata, Zoom prevede ora un fatturato compreso tra 4,39 miliardi di dollari e 4,40 miliardi, rispetto alla sua previsione precedente da 4,53 miliardi a 4,55 miliardi. In ribasso anche le stime sul profitto annuo rettificato per azione compreso tra 3,66 e 3,69 dollari rispetto alle previsioni da 3,70 a 3,77.
Diminuisce la domanda, aumenta la concorrenza
Dal raffreddamento della domanda di meeting virtuali per il costante aumento di riunioni in presenza all’ampliamento dell’offerta con nuovi competitor – Microsoft (Teams), Cisco (WebEx) e Google (Meet) – in lotta per accaparrarsi quote del mercato delle videoconferenze: sono queste alcune delle “zavorre” che hanno appesantito la crescita di Zoom Video Communications negli ultimi mesi.
La battuta d’arresto, confermata dalla società stessa durante la presentazione dei dati relativi alla trimestrale (che si è chiusa il 31 luglio 20220), era già nell’aria: nei giorni scorsi, la banca di investimento Citi aveva annunciato il
Fondata da Eric S. Yuan, ex dirigente Cisco, Zoom era una piattaforma di videoconferenze pressoché sconosciuta agli albori della pandemia (primi mesi del 2020). I ripetuti lockdown, con miliardi di persone costrette a lavorare in smart working e partecipare a riunioni virtuali, hanno fatto registrare un boom di sottoscrizioni alla piattaforma, permettendo alla società californiana di archiviare l’esercizio fiscale 2020 con ricavi più che quadruplicati.