Zte: trimestrale in chiaroscuro. La multinazionale tecnologica cinese registra un margine record di profitto lordo al 44,6% grazie al controllo dei costi, al miglioramento del mix di prodotti e all’allentamento della concorrenza sui prezzi, ma nel complesso, nell’ultimo trimestre, la crescita dei profitti rallenta e le entrate diminuiscono. L’utile netto del terzo trimestre, in particolare, è aumentato del 5,3% su base annua, ma è rallentato rispetto alla crescita del 20% su base annua registrata nel primo semestre. I ricavi nel terzo trimestre sono invece diminuiti del 12% su base annua.
Sfide significative in un contesto macroeconomico incerto
Nel dettaglio, l’azienda ha fatto sapere che, nel trimestre, l’utile netto ha raggiuto 1,013 miliardi di euro (7,84 miliardi in Rmb) con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente, mentre l’utile netto dopo le voci straordinarie attribuibile ai possessori di azioni ordinarie ha quasi raggiunto il 1 miliardo di euro (7,1 miliardi in Rmb) con un aumento anno su anno del 27,9%. I flussi di cassa netti derivanti dalle attività operative sono stati pari a 1,197 miliardi di euro (9,26 miliardi di Rmb).
“Il 2023, caratterizzato da un contesto di incertezza macroeconomica a livello globale, ha posto sfide significative al settore Ict, mentre la fiorente economia digitale ha aperto nuove opportunità per lo sviluppo delle sue infrastrutture“, spiega il produttore di apparecchiature per le telecomunicazioni con sede a Shenzhen.
Server AI “catalizzatore positivo” per il futuro
In questo quadro, la società fa sapere che, in vista del quarto trimestre, “il lancio del server AI potrebbe essere un catalizzatore positivo” e che le vendite nell’ultimo trimestre del 2023 e nel primo trimestre del 2024 potrebbero ottenere un impulso dal completamento delle consegne ritardate di apparecchiature 5G e dalla ripresa della domanda estera.
Investiti 2,5 miliardi di euro in R&S
Intanto emerge che, nei primi tre trimestri, Zte ha investito il 21,3% dei ricavi operativi, quasi 2,5 miliardi di euro (19,06 miliardi in Rmb), in Ricerca e Sviluppo. L’azienda ha continuato ad approfondire l’esplorazione e la pratica in due direzioni chiave, quella della connettività e quella del computing power, promuovendo l’innovazione nella tecnologia, nei prodotti e nelle applicazioni considerando la rapida accelerazione dell’era dell’intelligenza digitale e l’emergere di modelli su larga scala.
Secondo alcuni analisti, il business delle apparecchiature per le telecomunicazioni di Zte potrebbe ancora riprendersi nel quarto trimestre, “mentre il business enterprise e consumer manca ancora di visibilità a causa di fattori macroeconomici sfavorevoli”. In questo contesto, poi, l’inasprimento dei controlli sulle esportazioni di chip avanzati da parte degli Stati Uniti verso la Cina potrebbe creare “alcune incertezze nel breve termine” per le spedizioni di server AI di Zte.
Nokia e Ericsson, conti in sofferenza
In sofferenza, intanto, anche i conti di due big europee delle tlc: Nokia ed Ericsson.
La finlandese Nokia ha recentemente fatto sapere di essere pronta a tagliare fino a 14mila posti di lavoro. La decisione è arrivata dopo la pubblicazione dell’ultima trimestrale, contraddistinta dal calo dei ricavi e degli utili. La forza lavoro dello specialista delle soluzioni di rete dovrebbe passare così da 86mila a 72mila unità.
Nokia ha registrato un calo del 69% degli utili, scesi a 133 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Nel terzo trimestre abbiamo assistito a un maggiore impatto delle sfide macroeconomiche sulla nostra attività”, ha dichiarato l’amministratore delegato Pekka Lundmark nel comunicato. Il produttore di apparecchiature per telecomunicazioni ha d’altra parte assistito a una contrazione delle vendite del 20%, a 4,982 miliardi di euro. In seguito alla pubblicazione dei risultati, il prezzo delle azioni Nokia è sceso del 2% a 3,26 euro nel pre mercato.
Conti del terzo trimestre in pesante perdita anche per Ericsson: il colosso svedese delle tlc ha registrato un calo del 10% dei ricavi a livello organico, a 64,5 miliardi di corone svedesi, chiudendo con una perdita netta di 30,5 miliardi di corone (2,6 miliardi di euro), dopo la recente svalutazione legata all’acquisizione di Vonage, specialista del cloud, pari a 32 miliardi di corone. La perdita Ebit ammonta a 28,9 miliardi da un utile di 7,1 miliardi, l’Ebita è dimezzato a 3,8 miliardi, con un margine del 5,9% dall’11,2%. Escludendo gli oneri di ristrutturazione, il gruppo rileva di avere conseguito un Ebita di 4,7 miliardi (-39%).