Zuckerberg: “Voglio portare Internet in tutto il mondo”

Al Mobile World Congress il numero uno di Facebook parla del progetto anti digital divide messo in campo con Opera, Ericsson e Qualcomm: “Essere online vuol dire avere accesso all’istruzione, salvare vite e portare nuovi posti di lavoro”. Intanto il social network chiude il servizio e-mail

Pubblicato il 25 Feb 2014

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Facebook affila le armi per battere i competitor e lo fa brandendo l’arma più efficace – e nuova – che possiede: WhatsApp. A questo proposito, dal palco del Mobile World Congress di Barcellona, Zuckerberg ha parlato dell’intesa che ha portato l’azienda di Palo Alto ad acquistare il più diffuso servizio di messaggistica. “È un buon accordo, ora siamo a posto per un po'”, ha detto aggiungendo che adesso WhatsApp “può pensare a connettere le persone” e non diventare un modello per fare denaro e business. Zuckerberg ha infatti ricordato che molti altri servizi di messaggistica hanno iniziato a monetizzare i propri utenti, “chiedendo 2-3 dollari a user”.

Il numero uno di Fb ha assicurato che i modi “in cui gestiremo i dati di WhatsApp continuerà ad essere lo stesso”, cercando di chiarire tutti i dubbi e le voci circolate in questi giorni su un possibile cambiamento sul fronte della libertà e della sicurezza dell’applicazione.

Con la solita divisa – maglietta a girocollo nera e jeans – il ceo ha poi ha ricordato il progetto del suo gruppo: raggiungere miliardi di utenti mobile proprio grazie alla spinta di WhatsApp. “WhatsApp è l’applicazione più interessante che abbiamo visto nel mondo mobile, spazza via qualsiasi altra cosa, ma è la visione di Jan Koum di connettere miliardi di persone” il segreto vincente dell’app, ha continuato il numero uno del colosso di Menlo Park, California.

Il ceo ha poi parlato del progetto Internet.org, l’iniziativa intrapresa con altri colossi (tra cui Ericsson, Qualcomm, Opera) per portare il web ovunque e abbattere il digital divide.

Citando uno studio dei Deloitte – l’arrivo di internet la produttività di queste aree geografiche aumenterebbe del 25%, contribuendo al Pil con 2.200 miliardi di dollari pari a un incremento del 72%, generando oltre 140 milioni di posti di lavoro e sollevando 160 milioni di persone dalla povertà – Zuckerberg ha annunciato di voler aumentare il numero di servizi internet (anche gratuiti, almeno inizialmente) nei paesi emergenti. Tenendo conto che anche in questa edizione del Mobile World Congress attori come Nokia e Firefox hanno annunciato modelli sotto i 100 euro, vuol dire che l’obiettivo dell’industria si è spostato verso i Paesi emergenti.

“Essere online vuol dire avere accesso all’istruzione, al credito, salvare vite e portare nuovi posti di lavoro”, ha spiegato Zuckerberg. Ma il problema è industriale: la parte più costosa di connettere un altro miliardo di persone, ha detto, “non sono gli smartphone, ma la connessione”.

Il numero uno di Fb è poi entrato nel dibattito sul Datagate. “E’ un problema per i colossi del web – ha detto – perché la fiducia è importante quando usi servizi che ti permettono di condividere. Penso che si poteva evitare, che la Nsa non sia stata trasparente su quello che stava facendo”. E ha aggiunto: è un tema “molto importante” per le compagnie americane e “dobbiamo continuare a rendere noti i veri dati sugli accessi, che sono nell’ordine delle migliaia e non dei milioni come alcuni pensavano in un primo momento”.

Intanto Facebook ha annunciato la chiusura del suo servizio di posta elettronica per gli utenti, @ facebook.com, un impegno che ha avuto inizio nel 2010 che si è rivelato un fallimento. D’ora in poi, le email inviate via internet all’indirizzo email @ facebook.com verranno inoltrati automaticamente all’indirizzo email personale, a condizione che siano state autorizzate.

Il social network di Mark Zuckerberg ha voluto competere con i servizi Gmail, Hotmail e Yahoo, creando quello che nelle sue intenzioni sarebbe stato una nuova era della comunicazione email su internet, ma così non è stato. Dopo 4 anni dal lancio, il servizio email di Facebook si è rivelato un flop e chiude i battenti. Gli utenti non hanno mai gradito questa “imposizione” che li obbligava ad usare come email @facebook.

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