Accordo raggiunto in Ue sulla roadmap per lo sviluppo della tecnologia 5G: i ministri europei delle Telecomunicazioni hanno dato il loro sì a una tabella di marcia comune che prevede il roll-out nelle maggiori città e sulle principali vie di trasporto entro il 2025 e l’assegnazione delle frequenze necessarie per l’implementazione dei servizi mobili di nuova generazione. Ma è stato snobbata la proposta della Commissione Ue di rivedere le norme per le aste delle frequenze nei vari Paesi.
L’accordo, raggiunto in Estonia al meeting del Telecoms Council dell’Ue, conferma il piano pro-5G convenuto dai rappresentanti dei paesi europei (Ue28 più la Norvegia) nell’incontro dello scorso luglio a Talliin ma snobba la richiesta della Commissione europea di armonizzare anche sulle condizioni per l’assegnazione delle frequenze: i paesi membro vogliono decidere autonomamente su durata delle concessioni e altri termini, visto che si tratta di processi da cui ogni Stato si attende cospicue entrate per l’erario.
“L’accordo di oggi sancisce una nuova fondamentale fase nello sviluppo del 5G“, ha commentato il ministro estone dell’Imprenditoria e delle tecnologie dell’informazione, Urve Palo: “Non ci saranno grossi ostacoli a trovare regole comuni sulle aste dello spettro nell’Ue28″, ha rassicurato Palo. “Non è un segreto per nessuno che la digitalizzazione dell’Europa è una priorità della presidenza estone, ma la digital society non si può realizzare senza reti 5G“, ha proseguito il ministro.
I membri del Telecoms Council si uniranno domani ai rappresentanti della Commissione e del Parlamento europei per discutere le modifiche al Codice delle comunicazioni elettroniche (i negoziati andranno avanti ancora l’anno prossimo). Il nuovo codice ha creato un braccio di ferro tra politici e aziende telecom su temi come la durata delle licenze per lo spettro che, secondo le telco, devono essere tali da permettere il ritorno sull’investimento. L’associazione degli operatori mobili Gsma ha salutato con soddisfazione l’adozione della roadmap per il 5G da parte del Telecoms Council ma ha ribadito l’importanza di norme che favoriscono “l’innovazione e gli investimenti di lungo periodo nell’infrastruttura digitale dell’Europa”: come a dire, il nodo delle condizioni su aste e licenze non è affatto sciolto.