La Commissione europea ha inviato una nuova comunicazione di addebiti ad Apple, dopo quella già inviata nel 2021 sullo stesso tema, in cui chiarisce le sue preoccupazioni sulle regole dell’App Store per i fornitori di streaming musicale. Il passaggio segue la comunicazione degli addebiti della Commissione, che delineava l’opinione preliminare secondo cui Apple avrebbe abusato della sua posizione dominante imponendo la propria tecnologia di pagamento per gli acquisti in-app agli sviluppatori di app di streaming musicale e limitando la capacità degli sviluppatori di app di informare gli utenti di iPhone e iPad in merito a servizi musicali in abbonamento alternativi.
Per Bruxelles applicate “condizioni commerciali sleali”
In particolare, la nuova comunicazione si concentra sulle restrizioni contrattuali che Apple ha imposto agli sviluppatori di app che impediscono loro di informare iPhone e iPad utenti di opzioni di abbonamento musicale alternative a prezzi inferiori al di fuori dell’app e di sceglierle in modo efficace. Bruxelles ritiene in via preliminare che gli obblighi di Apple costituiscano condizioni commerciali sleali.
La Commissione, indica una nota, è preoccupata per il fatto che gli obblighi imposti da Apple agli sviluppatori di app di streaming musicale impediscano loro di informare i consumatori su dove e come abbonarsi ai servizi di streaming a prezzi inferiori. Tali obblighi – si legge – “non sono né necessari né proporzionati per la fornitura dell’App Store su iPhone e iPad; sono dannosi per gli utenti dei servizi di musica in streaming sui dispositivi mobili di Apple che potrebbero finire per pagare di più e incidere negativamente sugli interessi degli sviluppatori di app di streaming musicale limitando la scelta effettiva del consumatore”.
In vigore il divieto di abuso di posizione dominante
L’articolo 102 del Trattato di funzionamento della Ue vieta l’abuso di posizione dominante. Nel giugno 2020, la Commissione ha avviato un procedimento formale sulle regole di Apple per gli sviluppatori di app sulla distribuzione di app tramite l’App Store. Nell’aprile 2021, la Commissione ha inviato ad Apple una comunicazione degli addebiti a cui Apple ha risposto nel settembre 2021. La comunicazione degli addebiti odierna, chiarendo le obiezioni della Commissione, sostituisce la comunicazione degli addebiti del 2021.
Con questa comunicazione, di fatto, la Commissione informa per iscritto le parti interessate degli addebiti sollevati nei loro confronti. I destinatari possono esaminare i documenti del fascicolo dell’indagine della Commissione, rispondere per iscritto e richiedere un’audizione orale per presentare le loro osservazioni sul caso davanti ai rappresentanti della Commissione e alle autorità nazionali garanti della concorrenza. L’invio di un’ulteriore comunicazione degli addebiti non pregiudica l’esito delle indagini.
Ammenda fino al 10% del fatturato mondiale
Se la Commissione conclude, dopo che la società ha esercitato i suoi diritti di difesa, che vi sono prove sufficienti di un’infrazione, può adottare una decisione che vieti il comportamento sotto tiro e infligga un’ammenda fino al 10% del fatturato mondiale annuo della società. Bruxelles ricorda che non esiste un termine legale per porre fine a un’indagine antitrust, la cui dipende da una serie di fattori, tra cui la complessità del caso, la misura in cui le imprese interessate cooperano con la Commissione e l’esercizio dei diritti della difesa.