LE NUOVE REGOLE

Data Act, disco verde dal Parlamento Ue: meno barriere per l’accesso ai dati

Il pacchetto disciplina la condivisione delle informazioni generate dall’uso di prodotti e servizi digitali, garantendo agli utenti maggiore accessibilità e verifica. Si punta anche a uno sviluppo più sostenibile di nuove applicazioni, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 09 Nov 2023

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Il Parlamento Ue ha definitivamente approvato il Data Act, la nuova legge che mira a stimolare l’innovazione eliminando le barriere all’accesso ai dati. Già concordata tra i deputati e i governi Ue, la nuova legislazione è stata approvata in via definitiva con 481 a favore, 31 contrari e 71 astensioni. L’accordo dovrà ora essere ratificato anche dal Consiglio per diventare legge.

Verifica sui dati generati e sviluppo di nuovi servizi AI

La normativa disciplina la condivisione dei dati generati dall’uso di prodotti connessi o di servizi correlati (ad esempio, l’Internet delle cose e i macchinari industriali) e consentirà agli utenti di accedere e verificare i dati che generano. Mira anche a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale, dove sono necessarie grandi quantità di dati per l’addestramento degli algoritmi.
L’obiettivo è anche quello di rendere più economici i servizi post-vendita e le riparazioni dei dispositivi connessi.

Protezione dei segreti commerciali e prevenzione dei trasferimenti illegali

Secondo la nuova legge, in circostanze eccezionali o di emergenza, come inondazioni e incendi, gli enti pubblici potranno accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato.
Inoltre i deputati hanno ottenuto, durante i negoziati, l’introduzione di una definizione chiara del segreto commerciale e dei titolari di segreti commerciali, per evitare trasferimenti illegali di dati e fughe di dati verso Paesi con normative più deboli in materia di protezione. Inoltre, si vuole evitare che i concorrenti in un determinato settore possano sfruttare l’accesso ai dati per decodificare i servizi o i dispositivi dei loro competitori.
La nuova legge dovrebbe anche facilitare la possibilità di passare da un fornitore di servizi cloud all’altro e introduce salvaguardie contro i trasferimenti internazionali illegali di dati da parte di queste aziende.

“Una svolta epocale”

“Il Data Act è una svolta epocale – afferma la relatrice Pilar del Castillo Vera (Ppe, Es). Disporre di dati sul funzionamento delle apparecchiature industriali consentirà a fabbriche, aziende agricole e imprese edili di ottimizzare i cicli operativi, le linee di produzione e la gestione della catena di approvvigionamento. Il Data Act creerà un nuovo sistema agile che consentirà di accedere facilmente a una quantità quasi infinita di dati di alta qualità. Sarà determinante per ottimizzare i modelli e i processi aziendali esistenti, dare impulso allo sviluppo di nuovi modelli e creare nuovo valore. In altre parole, un’opportunità per l’innovazione e la competitività”.

Perché il Data Act: i principi alla base

Il volume di dati generati da esseri umani e macchine sta crescendo in modo esponenziale e sta diventando un fattore critico per l’innovazione delle imprese e delle autorità pubbliche (ad esempio, la creazione di città intelligenti).  Il Data Act nasce per consentire agli utenti di accedere ai dati che generano, dato che, secondo la Commissione europea, l’80% dei dati industriali raccolti non viene mai utilizzato.

La Legge sui dati risponde alle raccomandazioni della Conferenza sul futuro dell’Europa (Cofoe), volte a creare un’economia digitale solida ed equa. Il testo riprende anche la visione esposta durante la Cofoe, sulla necessità di un’infrastruttura di dati resiliente che sostenga i valori e i principi europei. Il “Data Act” sostiene inoltre la trasformazione digitale dei servizi pubblici e l’introduzione di un’identità digitale comune europea, che semplificherà le transazioni e i servizi digitali transfrontalieri.

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