Ispezioni senza preavviso presso le sedi di aziende attive nel settore della costruzione di data center: li sta eseguendo la Commissione europea, con l’ausilio dei funzionari delle Autorità nazionali garanti della concorrenza e in concomitanza con richieste formali di informazioni a diverse aziende attive nello stesso settore.
La Commissione teme che le aziende operanti nel settore della costruzione di data center possano aver violato le norme antitrust dell’Ue che vietano i cartelli e le pratiche commerciali restrittive (articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea). La Commissione sta indagando in particolare su una possibile collusione sotto forma di accordi antibracconaggio.
Fase preliminare di indagine
Le ispezioni non annunciate sono una fase preliminare di indagine su presunte pratiche anticoncorrenziali. Il fatto che la Commissione esegua tali ispezioni non significa che le aziende siano colpevoli di comportamento anticoncorrenziale né pregiudica l’esito dell’indagine stessa. “La Commissione rispetta i diritti della difesa – fa presente una nota ufficiale di Bruxelles -, in particolare il diritto delle aziende a essere ascoltate nei procedimenti antitrust”.
Non esiste una scadenza legale per completare le indagini sulla condotta anticoncorrenziale. La loro durata dipende da una serie di fattori, tra cui la complessità di ciascun caso, la misura in cui le società interessate collaborano con la Commissione e l’esercizio dei diritti di difesa.
Immunità o riduzione delle sanzioni in cambio di collaborazione
“In base al programma di clemenza della Commissione – puntualizza ancora la nota -, le aziende coinvolte in un cartello segreto possono ottenere l’immunità dalle sanzioni o significative riduzioni delle sanzioni in cambio della segnalazione della condotta e della collaborazione con la Commissione durante l’intera indagine. Individui e aziende possono segnalare cartelli o altri comportamenti anticoncorrenziali in forma anonima tramite lo strumento di segnalazione delle irregolarità della Commissione. Ciò si applica anche ai dipendenti a conoscenza di accordi di non appropriazione indebita e/o pratiche di fissazione salariale tra datori di lavoro”.