“La Ue favorisca gli investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture digitali per sviluppare la banda ultra-larga o ultra-veloce facendo riferimento a un quadro regolamentare che incentivi la competizione tra operatori e destinare tutti i fondi disponibili”. È quanto emerge dalle osservazioni contenute nel parere dato dalla Commissione Trasporti e Tlc della Camera sul Digital Single Market.
“Il Digital Single Market rappresenta – dicono Lorenzo Basso ed Enza Bruno Bossio, relatori del parere – una straordinaria opportunità per cittadini e imprese che potranno superare gli angusti confini nazionali e le posizioni di mercato dominanti rivolgendosi ad un ambiente economico più ampio e più libero.”
Tuttavia servono misure puntuali che ne consentano l’attuazione. “Abbiamo apportato delle integrazioni al testo, in particolare 4 punti – spiegano i deputati Pd – la parificazione tra prodotti digitali e materiali sia a livello normativo – ad esempio la portabilità e la trasmissibilità agli eredi della titolarità di un eBook o un film in MP4 – sia fiscale (es. allineamento Iva); il superamento del value gap tra fornitori di servizi (provider, motori di ricerca, social network) e fornitori di contenuti; l’allineamento dei costi a carico dei consumatori nella consegna transfrontaliera dei pacchi; gli investimenti per progetti di ricerca sulla Linguistica computazionale”.
Secondo il parere, votato dalla Commissione, è necessario che la circolazione dei dati avvenga in un ambiente che garantisca la massima sicurezza, con particolare attenzione ai big data, e che siano adeguatamente tutelate sia le informazioni e i soggetti che, con maggiore o minore consapevolezza, le forniscono.
“Per sbloccare il potenziale del mercato unico europeo – si legge nel testo – occorre preservare la sicurezza e l’integrità delle reti ed aumentare la fiducia dei cittadini nell’utilizzo dei servizi digitali, facilitando la cooperazione e lo scambio di informazioni e la più ampia collaborazione e condivisione tra gli Stati membri, al fine di garantire livelli elevati ed omogenei di sicurezza su tutto il territorio europeo”.
Sul fronte e-commerce “appare necessario definire programmi di sostegno per gli investimenti, soprattutto per le Pmi, superando i vincoli nazionali e ottimizzando sia le infrastrutture sia le modalità operative, come le attività di spedizione e consegna; in tale ottica, è fondamentale che venga definito un quadro normativo armonizzato per la costituzione e la registrazione online delle imprese, anche transfrontaliere”.
Focus anche sulle competenze. La Camera chiede di sostenere i programmi europei e nazionali “avvalendosi degli strumenti offerti dalla linguistica computazionale, per rimuovere le barriere linguistiche che rischiano di pregiudicare le potenzialità di crescita del mercato digitale.
Per i prodotti quali, ad esempio, l’e-book – prosegue il parere – è necessaria una parificazione con il regime previsto per i prodotti materiali, per quanto riguarda le condizioni contrattuali relative alla disponibilità dei diritti sui contenuti in capo al titolare e la possibilità di trasmetterli agli eredi legittimi ovvero di poterli prestare, in presenza di servizi disponibili su più piattaforme. Il riferimento è all’armonizzazione del trattamento fiscale che allinei le aliquote Iva dei prodotti digitali a quelle dei loro corrispettivi materiali.
In tema di diritto d’autore, per un’efficace tutela dello stesso nel mondo digitale occorre bilanciare per gli autori e gli altri titolari di diritti sulle opere dell’ingegno di ottenere tutela giuridica e un’adeguata remunerazione.
“L’armonizzazione delle disposizioni sul diritto d’autore dovrebbe realizzarsi anche valutando il ricorso a soluzioni contrattuali – spiega la Commissione – promuovendo l’innovazione tecnologica anche in questo ambito, analogamente a quanto già previsto con le licenze multiterritoriali nel settore musicale. È auspicabile, pertanto, che al più presto la Commissione europea provveda a presentare le preannunciate proposte legislative volte a rivedere la normativa vigente in materia.
Infine, ma non certo meno importante, il rapporto tra operatori tradizionali e Ott: “occorre adottare tutte le iniziative necessarie per superare il considerevole value gap tra le remunerazioni dei fornitori di servizi (provider, motori di ricerca, aggregatori, social network) e i fornitori di contenuti, con l’obiettivo di assicurare una adeguata remunerazione a tutti gli operatori dell’industria della cultura”.