CONSIGLIO UE

Digitale, intelligenza artificiale e cybersecurity le priorità della “nuova” Europa



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In vista delle elezioni di giugno adottato un testo sul futuro della politica digitale: focus su governance, competenze e data strategy. Via libera definitivo all’ AI Act. E su fronte cyber si punta a rafforzare il coordinamento e ad affrontare il problema della carenza di fondi e di competenze. Intanto entrano in vigore le norme sull’identità digitale

Pubblicato il 21 mag 2024



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La “nuova” Europa riparte da digitale, intelligenza artificiale e cybersecurity. In vista delle elezioni di giugno, sono queste le aree su cui insistono i tre provvedimenti del Consiglio che focalizzano le priorità dell’Unione: il testo di conclusioni non vincolante sul futuro della politica digitale; il via libera definitivo all’AI Act; il testo di conclusioni sull’attuazione delle leggi europee sulla cybersecurity e sulla necessità di una revisione adeguata del quadro per i sistemi di certificazione. IL tutto mentre entrano in vigore le norme relative all’istituzione di un’identità digitale europea, che dal 2026 permetteranno a tutti i cittadini e residenti dell’Ue di beneficiare di un unico e personale portafoglio europeo di identità digitale.

Sì al piano sul futuro della politica digitale

Il Consiglio ha approvato le conclusioni sul futuro della politica digitale dell’Ue (SCARICA QUI IL TESTO ORIGINALE), sottolineando che un’attuazione efficace, coerente ed efficiente delle leggi recentemente adottate con il minimo onere amministrativo per gli attori pubblici e privati costituisce la priorità principale del prossimo mandato.

Gli Stati membri riconoscono l’importanza di garantire un ambiente online più sicuro, responsabile e affidabile in linea con la dichiarazione di Louvain-la-Neuve adottata durante la riunione informale dei ministri delle telecomunicazioni del 12 aprile 2024. Sottolineano inoltre che questa trasformazione digitale dovrebbe andare di pari passo con la transizione verde, accompagnata da ambiziosi obiettivi di sostenibilità. E affermano che per rafforzare la competitività dell’Ue nella trasformazione digitale è necessario attrarre e trattenere una forza lavoro digitalmente qualificata, in particolare donne, e colmare il divario digitale. Nelle conclusioni viene sottolineata l’importanza di garantire un’infrastruttura digitale sicura e resiliente in tutta l’Ue.

Le conclusioni del Consiglio sottolineano inoltre l’importanza della dimensione internazionale della politica digitale dell’Ue, accogliendo con favore il rafforzamento dei partenariati digitali e degli accordi commerciali digitali e insistendo sulla necessità di sviluppare un approccio più proattivo e coordinato dell’Ue per svolgere un ruolo chiave a livello globale nella trasformazione digitale e governance digitale.

Via libera definitivo all’AI Act

Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera al testo dell’accordo di compromesso (SCARICA QUI IL TESTO COMPLETO) raggiunto l’8 dicembre 2023 con i negoziatori del Parlamento Ue (già approvato in plenaria) sull’Artificial Intelligence Act, la prima legislazione al mondo per disciplinare gli usi dell’intelligenza artificiale. A questo punto, dopo la firma dei presidenti di entrambe le istituzioni Ue, il Regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue “nei prossimi giorni” ed entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione, rende noto il Consiglio. La nuova legislazione Ue si applicherà due anni dopo la sua entrata in vigore, “con alcune eccezioni per disposizioni specifiche”.

La nuova legge mira a promuovere lo sviluppo e l’adozione di sistemi di AI sicuri e affidabili nel mercato unico dell’Ue da parte di attori sia privati che pubblici. Allo stesso tempo, mira a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue e a stimolare gli investimenti e l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale in Europa. La legge sull’AI si applica solo ad ambiti soggetti al diritto dell’Ue e prevede esenzioni, ad esempio, per i sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari e di difesa, nonché per scopi di ricerca.

“L’adozione della legge sull’AI rappresenta una pietra miliare significativa per l’Unione europea – afferma Mathieu Michel, segretario di Stato belga per la digitalizzazione, la semplificazione amministrativa, la tutela della privacy e il regolamento edilizio -. Questa legge storica, la prima del suo genere al mondo, affronta una sfida tecnologica globale che crea anche opportunità per le nostre società ed economie. Con l’AI Act, l’Europa sottolinea l’importanza della fiducia, della trasparenza e della responsabilità quando si ha a che fare con le nuove tecnologie, garantendo allo stesso tempo che questa tecnologia in rapida evoluzione possa prosperare e stimolare l’innovazione europea”.

Classificazione dei sistemi di AI in base al rischio

La nuova legge classifica diversi tipi di intelligenza artificiale in base al rischio. I sistemi di AI che presentano solo un rischio limitato sarebbero soggetti a obblighi di trasparenza molto leggeri, mentre i sistemi di AI ad alto rischio sarebbero autorizzati, ma soggetti a una serie di requisiti e obblighi per ottenere l’accesso al mercato dell’Ue. I sistemi di intelligenza artificiale come, ad esempio, la manipolazione cognitivo comportamentale e il punteggio sociale saranno banditi dall’Ue perché il loro rischio è ritenuto inaccettabile. La legge vieta inoltre l’uso dell’intelligenza artificiale per la polizia predittiva basata sulla profilazione e sistemi che utilizzano dati biometrici per classificare le persone in base a categorie specifiche come razza, religione o orientamento sessuale.

Modelli di intelligenza artificiale per scopi generali

La legge sull’AI affronta anche l’uso di modelli di intelligenza artificiale per scopi generali (Gpai). I modelli Gpai che non presentano rischi sistemici saranno soggetti ad alcuni requisiti limitati, ad esempio per quanto riguarda la trasparenza, ma quelli con rischi sistemici dovranno rispettare regole più severe.

Cybersecurity: spinta al coordinamento degli sforzi

I 27 ministri europei responsabili per il settore delle Telecomunicazioni hanno approvato il testo di conclusioni non vincolante che si concentra sull’attuazione delle leggi europee sulla cybersecurity recentemente adottate e sulla necessità di una revisione adeguata del quadro per i sistemi di certificazione. Il testo insiste anche sulla necessità di rafforzare il coordinamento in seguito all’aumento del numero di strumenti e attori.

I ministri concordano sull’esigenza di porre le basi per una protezione informatica attiva, affrontando il problema della carenza di fondi e di competenze, in particolare nel contesto della nuova iniziativa sull’identità digitale. Nel testo si sottolinea anche l’importanza di “una panoramica concreta dei ruoli e delle responsabilità degli enti legati alla cybersicurezza” e di “una politica internazionale attiva per rafforzare la cooperazione dell’Ue con i Paesi terzi”.

In vigore le norme europee sull’identità digitale

Intanto sono entrate in vigore le norme relative all’istituzione di un’identità digitale europea, che dal 2026 permetteranno a tutti i cittadini e residenti dell’Ue di beneficiare di un unico e personale portafoglio europeo di identità digitale. Il portafoglio, che sarà costituito da un’applicazione mobile emessa in ciascuno Stato membro, consentirà ai cittadini e ai residenti dell’Ue di identificarsi online in piena sicurezza per accedere a servizi online pubblici e privati in tutta Europa.

“La giornata di oggi segna un passo importante nello sviluppo del portafoglio di identità digitale dell’Ue – commenta Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale -. Tra circa due anni ogni europeo sarà in grado di gestire in sicurezza i documenti digitali personali e di accedere a servizi online pubblici e privati avendo il pieno controllo dei dati personali grazie a un’applicazione mobile personale offerta su base volontaria a tutti i cittadini e residenti europei”.

“L’entrata in vigore delle norme europee sull’identità digitale è un passo importante verso l’obiettivo dell’Ue per il 2030 di offrire ai cittadini europei la possibilità di utilizzare un’identità digitale sicura che tuteli la loro vita privata – conclude Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno -. Permetterà ai cittadini di avere il controllo dei loro dati personali nel mondo digitale e di rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europa”.

Il portafoglio di identità digitale dell’Ue rivoluzionerà l’identificazione digitale. Ogni utente del portafoglio potrà utilizzare servizi online, condividere documenti digitali come una patente di guida o una prescrizione elettronica, aprire conti bancari o effettuare pagamenti avendo il pieno controllo dei dati personali.

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