LA RIFORMA FISCALE UE

Digitale, via alla minimun tax al 15%. Gentiloni: “Extra potenziale da 220 miliardi l’anno”

In vigore le nuove norme che introducono l’aliquota minima di tassazione per le multinazionali attive negli Stati membri con entrate finanziarie superiori a 750 milioni di euro all’anno. Riflettori sulle big tech

Pubblicato il 02 Gen 2024

paolo-gentiloni-171020160342

Via alla minimum tax: entrano ufficialmente in vigore le nuove rivoluzionarie norme dell’Ue che introducono un’aliquota minima di tassazione effettiva del 15% per le società multinazionali attive negli Stati membri dell’Ue. Il quadro porterà maggiore equità e stabilità al panorama fiscale nell’Ue e nel mondo, rendendolo al tempo stesso più moderno e meglio adattato al mondo digitale globalizzato di oggi. L’entrata in vigore delle norme fiscali minime effettive, concordate all’unanimità dagli Stati membri nel 2022, formalizza l’attuazione da parte dell’Ue delle norme del cosiddetto “Pilastro 2” concordate nell’ambito dell’accordo globale sulla riforma fiscale internazionale nel 2021.

Gentiloni: “Invito i firmatari ad attuare la riforma”

“Questo nuovo anno – afferma il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni – segna una nuova alba per la tassazione delle grandi multinazionali. L’entrata in vigore in Europa e nelle giurisdizioni di tutto il mondo di questa storica riforma segna un passo importante verso un sistema di tassazione delle imprese più equo. Riducendo l’incentivo per le imprese a spostare i profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione, le nuove regole contribuiranno a frenare la cosiddetta “corsa al ribasso” sulle aliquote fiscali sulle società nell’Ue e nel mondo. Incoraggio tutti i firmatari dell’accordo fiscale globale a portare avanti le parole e ad attuare rapidamente questa riforma chiave, che ha il potenziale di generare 220 miliardi di dollari extra ogni anno per aiutare i paesi di tutto il mondo a finanziare investimenti cruciali e servizi pubblici di alta qualità”.

Un freno alla “corsa al ribasso” sulle aliquote fiscali

Sebbene quasi 140 giurisdizioni in tutto il mondo abbiano aderito a tali norme, l’Ue è stata in prima fila nel tradurle in norme vincolanti. Riducendo l’incentivo per le imprese a spostare i profitti verso giurisdizioni a bassa tassazione, il Pilastro 2 frena la cosiddetta “corsa al ribasso”, la battaglia tra paesi per abbassare le aliquote fiscali sul reddito societario al fine di attrarre investimenti. Sta già dando risultati, con un certo numero di giurisdizioni a tassazione zero in tutto il mondo che hanno annunciato l’introduzione di un’imposta sul reddito delle società per le società interessate.

Target le aziende con ricavi oltre 750 milioni di euro annui

Le norme si applicheranno ai gruppi di imprese multinazionali e ai gruppi nazionali di grandi dimensioni nell’Ue, con ricavi finanziari combinati superiori a 750 milioni di euro all’anno. Si applicheranno a qualsiasi grande gruppo, sia nazionale che internazionale, con una società madre o una filiale situata in uno Stato membro dell’Ue.

La Direttiva comprende una serie comune di norme su come calcolare e applicare una “imposta aggiuntiva” dovuta in un particolare paese nel caso in cui l’aliquota fiscale effettiva sia inferiore al 15%. Se una società controllata non è soggetta all’aliquota minima effettiva nel paese estero in cui è situata, lo Stato membro della società madre applicherà anche a quest’ultima un’imposta integrativa. Inoltre, la Direttiva garantisce una tassazione effettiva nelle situazioni in cui la società madre è situata al di fuori dell’Ue in un paese a tassazione ridotta che non applica norme equivalenti.

Ue in prima file nella riforma fiscale dell’Ocse

Con questa legge storica, l’impegno dell’Ue di essere tra i primi ad attuare la riforma fiscale dell’Ocse si è concretizzato. Garantire un livello minimo globale di tassazione per l’imposizione minima sulle imprese è uno dei due filoni di lavoro dell’accordo globale dell’Ocse (pilastro 2), l’altro è la riassegnazione parziale dei diritti fiscali (noto come pilastro 1). Quest’ultimo adatterà le norme internazionali su come la tassazione degli utili societari delle multinazionali più grandi e redditizie viene condivisa tra i Paesi, per riflettere la natura mutevole dei modelli di business e la capacità delle aziende di fare affari senza una presenza fisica.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3