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E-fattura per gli appalti pubblici, l’Italia si adegua all’Europa

Un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate definisce le nuove regole tecniche dell’e-invoicing. Obiettivo il taglio di tempi e costi e maggiore interoperabilità transfrontaliera

Pubblicato il 19 Apr 2019

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Fatturazione elettronica negli appalti pubblici transfrontalieri, l’Italia si adegua all’Europa. Un provvedimento di ieri dell’Agenzia delle Entrate – il 99370 – approva e definisce le nuove regole tecniche della e-fattura a un giorno dall’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica europea per le amministrazioni centrali (per quelle periferiche si slitta all’anno prossimo). Lo standard comune è il Core Invoice Usage Specification (Cius): sarà adottato per ricevere e processare le fatture in modo da consentire il loro trattamento automatico ed elettronico come stabilito dalla Direttiva Ue del 2014.

In questo modo l’Europa punta a ridurre complessità e incertezza legale relativa all’interpretazione del contenuto della fattura, favorendo l’interoperabilità transfrontaliera e tagliando tempi e costi.

Il modello comune, con specifiche adattabili per ogni Stato, prevede due sintassi alternative, la “Cross industry invoice” Xml e la “Universal business language”. Il file conforme sarà accettato e tradotto dal formato originario al nuovo formato. Le fatture che non rispettano i formati saranno scartate.

I modelli semantici europei non permettono però di rappresentare elementi informativi e contabili utilizzati nel sistema italiano, fra gli altri split payment, imposta di bollo, ritenute d’acconto o cassa previdenziale: in questi casi l’utente potrà utilizzare il formato Xmlpa.

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