L’euro digitale diventa realtà, sarà un mezzo di pagamento accessibile a tutti, ovunque e gratuitamente, stimolerà la concorrenza in Europa e tutelerà la privacy. Lo scrivono in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera Fabio Panetta, all’indomani della sua indicazione come prossimo presidente della Banca d’Italia (a partire dal 1° novembre), e il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, annunciando la presentazione da parte della Commissione europea della sua proposta di legge relativa alla nuova moneta ma facendo presente che spetterà comunque in ultima analisi alla Banca centrale europea (Bce) decidere se e quando emettere l’euro digitale.
“Con il passaggio a un’economia digitale, l’introduzione del contante in forma digitale è il passo più logico da compiere”, scrivono Panetta e Dombrovskis, garantendo che comunque il contante rimanga accettato e disponibile. Panetta e Dombrovskis spiegano che la disponibilità di entrambe le opzioni, euro in contanti e euro digitale, “consentirebbe a ciascuno di scegliere il metodo di pagamento preferito, senza lasciare nessuno indietro. Offrirebbe un’opzione europea di pagamento digitale a chiunque nell’area dell’euro, da Dublino a Nicosia, da Lisbona a Helsinki. Per i consumatori, l’euro digitale comporterebbe numerosi vantaggi pratici. Sarebbe semplice da usare e gratuito”.
La proposta legislativa della Commissione Ue
Ma cosa prevede la proposta legislativa con cui la Commissione europea, grazie all’approvazione avvenuta oggi, ha posto le basi per la creazione dell’euro digitale?
Euro digitale: che cos’è
Per “euro digitale” si intende una “valuta digitale della banca centrale” emessa dalla Banca centrale europea e disponibile al grande pubblico. Sarà esattamente come i contanti, solo in versione digitale, e come il contante, ogni euro digitale detenuto dai consumatori sarà garantito direttamente dalla Banca centrale europea. Verrà distribuito a cittadini e imprese da banche e altri prestatori di servizi di pagamento, che possono essere anche Poste o Comuni. E non sostituirà il contante.
La differenza con le criptovalute
A differenza delle criptovalute, l’euro digitale sarà moneta della Banca centrale. La Bce garantirà che sia sicuro, che mantenga un valore stabile e che possa essere scambiato al valore nominale con euro contante. Al contrario, i cripto-asset possono fluttuare in modo significativo nel valore e il loro scambio in contanti in euro o persino in denaro bancario commerciale non può essere garantito.
“L’euro potrebbe trovarsi a dover fronteggiare la concorrenza di cripto-attività – si legge nel testo di Panetta e Dombrovskis – quali le stablecoin globali; ciò potrebbe mettere in pericolo la nostra sovranità monetaria e la stessa stabilità del settore finanziario europeo”: l’euro digitale quindi “rafforzerebbe l’integrità e la sicurezza dei pagamenti europei in una fase in cui le tensioni geopolitiche globali ci espongono ad attacchi alle nostre infrastrutture strategiche”.
Gli obiettivi dell’euro digitale
L’euro digitale ha diversi obiettivi: garantire che le persone, le imprese e gli enti pubblici continuino ad avere accesso a una forma pubblica di moneta digitale per i pagamenti, accessibile e accettata ovunque nell’area dell’euro, in qualsiasi momento (invece di affidarsi solo a soluzioni private); mettere a disposizione una forma di denaro digitale che garantisca lo stesso livello di privacy del contante (a differenza delle soluzioni di pagamento digitale esistenti) e che sia accessibile a tutti i cittadini, compresi quelli senza conto bancario; promuovere l’innovazione e la concorrenza nei pagamenti al dettaglio, anche consentendo alle banche e ad altri fornitori di servizi di pagamento di sviluppare nuove soluzioni per i propri clienti; sostenere l’autonomia strategica aperta dell’Europa e rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.
Il valore aggiunto rispetto alle attuali carte di pagamento
L’euro digitale sarebbe un unico mezzo di pagamento utilizzabile in tutta l’area dell’euro, indipendentemente da dove si trovano i pagatori e quale banca commerciale o fornitore di servizi di pagamento utilizzano. Gli utenti potranno pagare in qualsiasi momento, ovunque nell’area dell’euro, e i pagamenti verranno inviati e ricevuti istantaneamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Oggi, non tutte le soluzioni digitali private funzionano perfettamente in tutta l’Ue. L’euro digitale inoltre potrebbe essere utilizzato per inviare denaro per i pagamenti, anche in assenza di una connessione internet, se si è fisicamente vicini all’altra parte della transazione, sia essa un’altra persona o un shop (cosiddetto “euro digitale offline”). I consumatori, le imprese e gli enti pubblici sarebbero in grado di effettuare e ricevere pagamenti anche in aree remote con connessione internet inaffidabile e in caso di carenza di reti di comunicazione o infrastrutture elettriche. Ma non solo. L’euro digitale integrerebbe le soluzioni di pagamento digitali private esistenti, offrendo più scelta ai consumatori, che sarebbero in grado di scegliere tra tutte le soluzioni di pagamento disponibili a seconda delle loro esigenze, preferenze e circostanze. Darà possibilità di pagare digitalmente anche se non si dispone di un conto bancario e favorirà così l’inclusione digitale e finanziaria, contribuendo in tal modo ad abbattere il digital divide consentendo alle persone senza conto bancario di effettuare o ricevere pagamenti digitali e di accedere gratuitamente alle funzionalità di base a titolo gratuito.
Ora l’indagine della Bce, che valuterà se avviare la sperimentazione
Le proposte di regolamento presentate dalla Commissione europea di fatto gettano le basi legali nel caso in cui la Banca centrale europea decidesse di erogare l’euro in formato digitale: esse dovranno ora essere esaminate dal Parlamento e dal Consiglio Ue, poi “in autunno – scrivono Panetta e Dombrovskis – la Bce completerà l’indagine in corso sulle caratteristiche tecniche e sulle modalità di distribuzione dell’euro digitale; essa deciderà quindi se avviare una fase di preparazione, al fine di sviluppare e sperimentare la nuova moneta”.
Probabilmente comunque ci vorranno ancora diversi anni (almeno non prima del 2028) prima che i consumatori possano ricevere l’euro digitale dalle loro banche commerciali o prestatori di servizi di pagamento, oppure da enti pubblici designati dagli Stati membri, in cambio di depositi o contante in euro.
Nuove proposte per favorire la trasformazione digitale dei pagamenti
In questo stesso quadro, la Commissione europea ha presentato anche proposte per portare i pagamenti e il settore finanziario in generale nell’era digitale. Il mercato dei servizi di pagamento è cambiato notevolmente negli ultimi anni. I pagamenti elettronici nell’UE sono in costante crescita, raggiungendo un valore di 240 trilioni di euro nel 2021 (rispetto ai 184,2 trilioni di euro nel 2017). Nuovi fornitori, abilitati dalle tecnologie digitali, sono entrati nel mercato, in particolare fornendo servizi di “open banking”, vale a dire la condivisione sicura di dati finanziari tra banche e società di tecnologia finanziaria (“fintech”). Sono emersi anche tipi di frode più sofisticati, che mettono a rischio i consumatori e compromettono la fiducia.
In risposta a questi sviluppi, il pacchetto mira a garantire che il settore finanziario dell’Ue sia idoneo allo scopo e in grado di adattarsi alla trasformazione digitale in corso e ai rischi e alle opportunità che essa presenta, in particolare per i consumatori.
Per questo motivo la Commissione ha proposto oggi due serie di misure: la revisione della direttiva sui servizi di pagamento, che garantisce ai consumatori la possibilità di continuare a effettuare pagamenti e transazioni elettroniche in tutta sicurezza nell’Ue, a livello nazionale o transfrontaliero, in euro e non; la proposta legislativa per un quadro per l’accesso ai dati finanziari, che porterà a prodotti e servizi finanziari più innovativi per gli utenti e stimolerà la concorrenza nel settore finanziario.
Metà degli italiani effettua quasi tutti i pagamenti in modalità digitale
Intanto la seconda edizione dell’Osservatorio annuale Visa, realizzato in collaborazione con Ipsos su un campione di 1.000 persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni, rivela che il 47% degli italiani richiede servizi bancari e di pagamento sostenibili, mentre 1 italiano su 5 vorrebbe conoscere l’impatto dei propri acquisti sull’ambiente, il 37% è interessato a provare i nuovi prodotti o servizi di pagamento rilasciati sul mercato, mentre il 58% si dichiara aperto alle innovazioni perché semplificano l’esperienza di pagamento.
Sostenibilità, innovazione e personalizzazione guidano dunque l’evoluzione dei servizi di pagamento digitali nelle attese dei consumatori, mentre corrono i pagamenti digitali in Italia: metà degli italiani effettua quasi tutti i pagamenti in modalità digitale e cresce sensibilmente la percentuale di coloro che si aspettano diventeranno una consuetudine nel giro di qualche anno (82% vs 70% del 2022). Permangono aree nelle quali l’esperienza utente può essere resa più fluida e semplice quali gli acquisti nei piccoli negozi (40% degli intervistati), il pagamento di prestazioni occasionali (36%), l’invio di denaro a qualcuno per le piccole spese (18%), ricevere un pagamento (17%), pagare tasse, multe e tributi alla PA (15%)