Valutare se Meta, tramite Facebook e Instagram, abbia violato il regolamento europeo sui servizi digitali, nello specifico rispetto alle norme che regolano la protezione dei minori. E’ questa la motivazione che ha spinto la Commissione Europea ad avviare un procedimento formale nei confronti della holding a cui fanno riferimento i due social network. La Commissione vuole accertare se i sistemi e gli algoritmi sui cui si basano Facebook e Instagram possano “stimolare dipendenze comportamentali nei bambini”, e se i metodi di verifica e garanzia dell’età messi in campo dalle due società siano efficaci.
Il procedimento scattato oggi è il frutto di un’analisi preliminare sul rapporto di valutazione del rischio che Meta aveva inviato alla Commissione Ue nel settembre 2023, oltre che sulle risposte della multinazionale statunitense alle richieste formali di informazioni della Commissione, oltre che sulle relazioni pubblicamente disponibili e sull’analisi della Commissione.
Proteggere la salute mentale e fisica dei giovani
“Oggi compiamo un altro passo per garantire la sicurezza dei giovani utenti online – afferma Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo per un’Europa adatta all’era digitale – Con il Digital Services Act abbiamo stabilito regole che possono proteggere i minori quando interagiscono online. Temiamo che Facebook e Instagram possano stimolare la dipendenza comportamentale e che i metodi di verifica dell’età messi in atto da Meta sui loro servizi non siano adeguati. Porteremo avanti un’indagine approfondita, vogliamo proteggere la salute mentale e fisica dei giovani”.
Il rischio “Rabbit hole”
“Oggi apriamo un procedimento formale contro Meta. Non siamo convinti che la società abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi di Dsa per mitigare i rischi di effetti negativi per la salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram – aggiunge Thierry Breton, commissario per il Mercato interno – Ora indagheremo a fondo sui potenziali effetti di dipendenza e di “rabbit hole” delle piattaforme, sull’efficacia dei loro strumenti di verifica dell’età e sul livello di privacy garantito ai minori nel funzionamento dei sistemi di raccomandazione. Non stiamo risparmiando sforzi per proteggere i nostri figli”.
La replica di Meta
“Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte alla loro età – afferma un portavoce di Meta commentando l’iniziativa della Commissione Ue – Per questo nell’ultimo decennio abbiamo sviluppato oltre 50 strumenti e policy pensate proprio per proteggerli. Questa è una sfida che tutto il settore si trova ad affrontare, e siamo pronti a condividere maggiori dettagli sul nostro lavoro con la Commissione Europea”.
I procedimenti formali già aperti
Il procedimento formale appena avviato fa seguito a quello del 30 aprile 2024, che aveva come oggetto la pubblicità ingannevole, i contenuti politici, i meccanismi di notifica e di azione, l’accesso ai dati per i ricercatori, oltre che l’indisponibilità di un efficace strumento terzo di monitoraggio in tempo reale in vista delle prossime elezioni europee.