Apple dovrà consentire agli utenti di impostare il browser Web predefinito di loro scelta su iPadOs, e di utilizzare app store alternativi sul suo sistema operativo, oltre a permettere ai dispositivi accessori, dalle cuffie alle penne intelligenti, di accedere in modo efficace alle funzionalità del sistema operativo. Sono queste alcune delle disposizioni della Commissione Europea, secondo cui “Apple deve garantire che il suo sistema operativo iPadOS rispetti tutti gli obblighi pertinenti previsti dal Digital markets act”.
Il rapporto di conformità di Apple
Apple era stata inserita ad aprile tra le piattaforme “gatekeeper” secondo i principi del Dma, e il primo novembre ha pubblicato un rapporto di conformità che descrive in dettaglio le misure adottate per iPadOS per conformarsi al Dma.
Il prossimo passaggio, a questo punto, è la valutazione “attenta” da parte della Commissione europea delle misure implementate da Apple per iPadOS, per stabilire se sono sufficienti per l’adeguamento dell’azienda agli obblighi del Dma. Per arrivare alle proprie conclusioni la Commissione utilizzerà anche il contributo delle parti interessate.
“Se la Commissione concluderà che le soluzioni di Apple non siano conformi al Dma – spiega la Commissione Europea – adotterà un’azione formale di enforcement come previsto dal Digital Markets Act”.
Apple soffre a Wall Street: -2%
Nonostante i conti trimestrali abbiano superato le attese degli analisti, il titolo di Apple ha registrato a Wall Street un -2% nel premercato. I dati del quarto trimestre fiscale l’azienda ha registrato un utile per azione di 1,64 dollari, con ricavi per 94,93 miliardi di dollari. Segno più per le vendite degli iPhone, che hanno segnato un +6% e un fatturato di 94,93 miliardi di dollari rispetto ai 94,58 miliardi previsti dagli analisti. Il margine lordo è stato del 46,2%, contro il 46% del consensus. In calo l’utile netto, che con i suoi 14,74 miliardi ha registrato un -35,8% rispetto ai 22,96 miliardi dell’anno precedente: a pesare in questo caso è stato il versamento della sanzione da 14 miliardi di dollari decisa dalla Corte di Giustizia dell’unione Europea per le imposta non pagate in Irlanda. Considerando l’anno fiscale il fatturato ha registrato un + 2%, toccando quota 391,04 miliardi di dollari, mentre i ricavi trimestrali sono cresciuti del 6%.