Le informazioni standard nel settore della pubblicità online per il credito al consumo, veicolate tramite tablet o smartphone, rispettano le norme dell’Ue in materia di protezione dei consumatori? È la domanda cui ha tentato di rispondere la revisione a livello dell’Ue di 118 siti online di credito al consumo, i cui risultati sono stati resi noti oggi dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori.
Dall’indagine è emerso che più di un terzo (36 %) dei siti web oggetto dell’indagine violava potenzialmente il diritto dei consumatori dell’Ue. Mancavano o non erano chiare informazioni fondamentali quali il costo del credito, i tassi di interesse o l’obbligo di assicurazione. Inoltre, i siti web non sempre menzionano eventuali misure straordinarie nel quadro della pandemia di Covid-19 che possono sortire un impatto sul credito al consumo (ad esempio, la possibilità di richiedere un periodo di rimborso per gli anticipi).
Le autorità nazionali responsabili della tutela dei consumatori daranno seguito ai casi di potenziali irregolarità segnalati.
Diritto a informazioni complete e chiare
“Su Internet proliferano le offerte di prestiti veloci – commenta Didier Reynders, Commissario per la Giustizia -. Anche se sono spesso convenienti per i consumatori, riteniamo che circa un terzo di queste offerte non contenga adeguate informazioni per i consumatori. Ma alla luce della crisi della Covid-19 il diritto all’informazione è diventato ancora più importante. Ai sensi del diritto dell’Ue, i consumatori hanno diritto a informazioni complete e chiare sui costi e sulle condizioni dei contratti“.
Nell’ambito della nuova agenda per i consumatori, la Commissione sta lavorando alla revisione della direttiva sul credito al consumo, già oggetto di una valutazione nel novembre 2020.