Arriverà in primavera, e per la precisione il 21 aprile, il tanto atteso sistema di norme sull’intelligenza artificiale della Commissione europea. Ad annunciarlo è la presidente Ursula von der Leyen durante il suo intervento al convegno Masters of digital, in cui ha sottolineato che il nuovo quadro giuridico contemplerà “alcuni requisiti per le applicazioni ad alto rischio, per assicurarsi che utilizzino dati di alta qualità”, e garantirà “il controllo umano” dei sistemi basati sull’AI.
Ma il sistema di prescrizioni non sarà l’unica novità che arriverà da Bruxelles: “In parallelo al quadro giuridico – aggiunge von der Leyen – presenteremo un nuovo piano per promuovere l’eccellenza europea nell’AI”, settore che secondo la presidente della Commissione europea ha bisogno “di investimenti ma anche regole chiare”.
Le nuove norme che arriveranno ad aprile rappresenteranno un framework orientato principalmente sulla responsabilità civile della tecnologia, e daranno un quadro univoco di cosa si intenda per intelligenza artificiale, a partire dalla definizione, e mireranno a regolare in particolare le applicazioni di questa tecnologia che comportano i maggiori profili di rischio
Ad annunciare che il nuovo regolamento fosse in dirittura d’arrivo era stata in estate Lucilla Sioli, direttore “Artificial Intelligence and Digital Industry” della DG Connect della Commissione Europea, in occasione del quarto web summit di Telco per l’Italia 2020. “A febbraio è stato presentato e messo a consultazione un libro bianco sull’AI – aveva ricordato Sioli all’evento CorCom-Digital360 – Abbiamo ricevuto 1.200 contributi che ci aiuteranno ad elaborare la proposta regolamentare”, in un quadro complessivo che sia in grado di contemperare innovazione, tutela della privacy e dei diritti fondamentali delle persone.
“L’intelligenza artificiale – aveva spiegato Sioli – ha un impatto positivo sui consumatori e sulle imprese ma viene ancora percepita come un rischio perché capace di prendere decisioni autonome, senza che sia necessario l’intervento umano. È proprio questa capacità a spaventare di più, perché spesso non si conoscono i meccanismi in base ai quali la decisione viene presa e dunque se i diritti e le libertà fondamentali sono rispettati”.