“Dobbiamo contenere in modo democratico lo strapotere dei social, dobbiamo dare delle risposte, questa è la strada per combattere le teorie complottiste”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria sull’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden. “Anche da noi, in Europa, ci sono persone arrabbiate, scoraggiate, che cedono facilmente a teorie complottiste, ci sono social media che fanno da megafono a queste correnti di odio avvelenando la nostra democrazia – prosegue von der Leyen – Naturalmente dobbiamo pensare alla situazione di ogni singolo cittadino e con il programma di Recovery dobbiamo dare delle risposte. Ma ogni politico deve impegnarsi nel contrasto alle fake news”. La presidente dalla Commissione Ue ha poi sottolineato che decisioni come la chiusura degli account social del presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, “non possono essere lasciate si Ceo della Silicon Valley”, aggiungendo che “Noi in Europa crediamo all’innovazione, alle tecnologie moderne, perché senza la novità, senza innovazione, senza i progressi tecnologici non ci può essere un domani, non ci può essere un futuro. Ma non per questo dobbiamo rinunciare a quello che è irrinunciabile. Le nuove tecnologie mai e poi possono fare sì che distruggano queste realtà e questi valori”.
Nel suo intervento von der Leyen ha poi sottolineato l’importanza del Digital Service Act e del Digital Market Act, che sono stati approvati a dicembre dalla Commissione Ue: “con questi provvedimenti – ha detto – vogliamo fare in modo che online sia vietato tutto quello che lo è offline”.
La presidente della Commissione europea ha sottolineato anche l’importanza di un nuovo spirito di collaborazione da stabilire con gli Stati Uniti dopo l’uscita di scena di Donald Trump, auspicando la riunione di un nuovo consiglio su commercio e tecnologia: “Insieme possiamo scrivere le nuove regole dell’economia digitale, un sistema di regole basato sui nostri valori”.
Sul tema delle riforme necessarie per il Web ha parlato in un’intervista alla stampa anche il commissario europeo per il mercato interno e il digitale Thierry Breton: “L’8 gennaio due grandi piattaforme hanno preso una decisione forte, senza precedenti. Il blocco degli account di Donald Trump rappresenta l’undici settembre dei social media. Ci sarà un prima e un dopo”, afferma, “Se discutiamo di questo da anni è perché c’è un vuoto normativo. Ma le piattaforme, fino all’8 gennaio, non hanno mai voluto riconoscere questo problema e le loro responsabilità editoriali. Poi però è successo questo episodio. E se lo hanno fatto è perché hanno visto che sulle loro reti stava circolando qualcosa di sbagliato, con importanti conseguenze fuori dallo spazio digitale”.
“Se ora riconosci che è necessario controllare cosa succede sulle tue reti, allora implicitamente stai riconoscendo che avresti dovuto farlo anche prima – prosegue nella sua analisi Breton – E poi mi chiedo: è giusto che un’azienda privata possa decidere di intervenire in questo modo, bloccando il presidente degli Stati Uniti? No, simili decisioni devono essere prese in base a delle leggi votate da un parlamento attraverso un processo democratico”.
Infine Breton rivendica l’importanza del Digital Service Act, sostenendo che se oggi fosse già stato in vigore non sarebbe potuto accadere ciò che è accaduto: “Con queste regole – conclude – non sarebbe stato possibile per le piattaforme decidere di bannare Trump, ma probabilmente certi suoi messaggi sarebbero stati bloccati molto prima dell’assalto al Campidoglio sulla base di regole decise dalle autorità pubbliche. Perché le piattaforme si sarebbero assunte le loro responsabilità e sarebbero intervenute per rispettare delle leggi. Noi abbiamo stabilito il principio per cui tutto ciò che è vietato offline dovrebbe essere vietato online. E mi sembra che offline sia vietato aizzare la folla contro il Campidoglio”.
“Oggi è un’occasione per ringiovanire le nostre relazioni transatlantiche che hanno sofferto molto negli ultimi quattro anni – afferma in apertura del dibattito il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – In questo periodo, il mondo è diventato più complesso, meno stabile e meno prevedibile. Ciò richiede più che mai a noi europei di prendere saldamente in mano il nostro destino, per difendere i nostri interessi e promuovere i nostri valori. Insieme agli Stati Uniti, dobbiamo porci come fondamento dell’ordine internazionale basato sulle regole, lavorando per la pace, la sicurezza, la prosperità, la libertà, i diritti umani e l’uguaglianza di genere”.