La Francia accelera sulla web tax, e chiede con decisione all’Europa di adottare una norma in materia entro la fine dell’anno, una vera e propria deadline per il governo Macron, come conferma al suo arrivo all’Ecofin il ministro delle finanze Francese, Bruno Le Maire, sottolineando che si tratta di “una linea rossa per il governo francese”.
“E’ una questione critica per l’Ue, riguarda l’equità e l’efficienza fiscale di tutti i Paesi – spiega il ministro – il rischio è che Italia, Spagna e Gran Bretagna adottino una loro legislazione nazionale”.
Le Maire ha spiega che la maggior parte dei Paesi Ue ha già dato il proprio ok alla tassazione delle grandi società del web, e che in molti cais si è aprlato anche di iniziative nazionali: “”Quando c’è volontà c’è anche modo – aggiunge Le Maire – Sull’attuazione siamo aperti, ma l’adozione deve essere entro fine anno”. “Restano 3-4 settimane per definire i dettagli e fare miglioramenti tecnici al testo per arrivare a un compromesso – conclude – deve essere adottato all’ultima riunione dell’anno dell’Ecofin. E’ una questione di responsabilità politica, è ora tempo di decidere”.
Sul tavolo del ministri dell’Economia dell’Ue riuniti oggi a Bruxelles le posizioni rimangono distanti, con le discussioni informali finora finite con un nulla di fatto. La proposta partita dalla Commissione europea è di tassare al 3% il fatturato delle aziende del digitale con giro d’affari europeo superiore ai 50 milioni di euro l’anno. Nel mirino finirebbero almeno 150 imprese, di cui solo una parte Usa, ma agli occhi dell’America questa è una tassa contro i campioni di Internet a stelle e strisce e il presidente Donald Trump ha già fatto sapere che la web tax europea scatenerà una reazione da parte di Washington.
Proprio il timore delle ripercussioni americane ha causato una brusca frenata della Germania, inizialmente tra i principali sostenitori della web tax europea. Per andare incontro alle esigenze dei tedeschi il ministro francese Bruno Le Maire aveva proposto una soluzione di compromesso che prevede la “sunset clause”: una volta che ci sarà una decisione sulla tassazione dei gruppi digitali a livello internazionale nel quadro dell’Ocse, quella soluzione sostituirà la tassa europea. La reazione del ministro tedesco Olaf Scholz è stata fredda, anche se Berlino insiste nel dire che continua a volere una decisione entro fine anno.