I rumors si rincorrono da anni, ma stavolta pare che gli spazi per i dubbi siano minimi: Airbnb, la multinazionale per l’home sharing e la prenotazione online di affitti brevi, è pronta a sbarcare sul mercato azionario di Wall Street, e l’Ipo potrebbe andare in porto prima della fine dell’anno. A rilanciare la notizia è il Wall Street Journal, secondo cui la società ha deciso di avvalersi della consulenza delle banche d’affari Morgan Stanley e Goldman Sachs per pianificare l’operazione. La documentazione preliminare in attesa dell’ok all’initial public offering dovrebbe essere consegnata alla Sec, la Securities and Exchange Commission che vigila sulla borsa Usa – omologa della Consob in Italia – entro la fine di agosto.
La valutazione più recente della società ammonta a 18 miliardi di dollari, poco più della metà rispetto al periodo pre-Covid e al massimo di 30 miliardi di dollari raggiunto ormai tre anni fa. Fondata nel 2008, nel 2019 Airbnb è arrivata a fatturare 4,8 miliardi di dollari, ma con l’emergenza Coronavirus ha vissuto un periodo di grandi difficoltà a causa del lockdown. Al termine del periodo di chiusura e di limitazione per gli spostamenti gli affari però hanno ripreso a crescere progressivamente.
Secondo le analisi di mercato se Airbnb dovesse debuttare a Wall Street nel 2020 lo farebbe in un contesto decisamente favorevole: dall’inizio dell’anno infatti le Ipo hanno raccolto sul mercato Usa più di 60 miliardi di dollari e, in media, i titoli hanno guadagnato il 23% nel primo giorno di scambi, livello record dal 2000.
Questo trend ha messo molte aziende sul consiglio di sfruttare l’onda: tra le ultime in ordine di tempo Warner Music Group e la startup Lemonade, che hanno debuttato agli inizi di giugno e luglio, mentre a breve sarà la volta degli specialisti del food delivery di DoorDash e di Palantir Techonologies, che sbarcheranno a Wall Street tra la fine dell’estate e le prime settimane dell’autunno.