Online banking, troppi punti non alla luce del sole. Mette in guardia dagli effetti collaterali di una radicale svolta la Federazione Autonoma Bancari Italiani secondo cui “benefici e rischi per i clienti non sono sempre chiari, sia in termini di sicurezza per le transazioni che di costi nascosti: spesso la risoluzione delle possibili problematiche è demandata a personale non strettamente bancario”.
Pur riconoscendo che il mondo dell’online banking abbia rivoluzionato “l’offerta dei servizi bancari a volte con soluzioni innovative, ampi servizi e condizioni economiche appetibili”, in una guida la federazione punta il dito contro alcune criticità: risparmi di costo non concreti, offerte civetta, praticità solo apparente. Benefici e rischi per i clienti non sempre chiari sia per la sicurezza delle transazioni sia per le trappole nelle tariffe su specifiche operazioni, talora offerte con limitazioni significative (come i prelievi e i bonifici). Assistenza affidata a personale non strettamente bancario. E ancora: campagne promozionali aggressive per i prestiti – concessi senza adeguati screening – che spesso mascherano la vendita di prodotti assicurativi.
“L’uso dell’online spinto all’eccesso corre il rischio di trasformare il settore in un discount del credito, mentre, secondo noi, la banca tradizionale viene ancora percepita dalla clientela come più sicura e affidabile, perché la consulenza offerta allo sportello resta un punto di riferimento per gli utenti. Anche per questo motivo il prossimo contratto nazionale di lavoro, che stiamo negoziando con l’Abi, dovrà tutelare sia i clienti sia le lavoratrici e i lavoratori bancari“, afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
Fonti ufficiali europee, riporta la Fabi nella guida, dimostrano che il 51% della popolazione adulta che vive in Europa utilizza l’internet banking per i servizi bancari con paesi come la Danimarca e l’Olanda che sforano l’85% degli abitanti come utenti della banca online, seguiti dagli altri paesi nordici come la Finlandia e la Svezia.
L’Italia resta fanalino di coda nel mondo digitale europeo perché l’utilizzo della rete per fruire dei servizi bancari online è ancora abbastanza limitato. Rispetto a una media registrata nell’Unione europea del 55%, la popolazione italiana che utilizza l’internet banking non supera il 30% (16% nel 2009), dimostrando che le nuove tecnologie offrono più rischi che opportunità, cosi come in Portogallo, Grecia, Romania e Bulgaria.
“La percezione di maggiore sicurezza e attenzione, l’affidabilità e la fiducia nella consulenza offerta agli sportelli – si legge ancora nella guida – fanno sì che la banca tradizionale resti un punto di riferimento per gli utenti di servizi bancari. Infatti, se da un lato l’apparente convenienza e la praticità sono i primi driver per la scelta di una banca online, tassi di interessi più o meno bassi per i mutui e altrettanto appetibili per i depositi a termine, nascondono spesso insidie velate da vere e proprie campagne promozionali”.