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Consob: gli italiani sedotti da trading online e criptovalute ma con scarse competenze

Pubblicato il VII Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie. La pandemia spinge l’utilizzo di Internet per gli investimenti finanziari. Ma il presidente Paolo Savona avverte: “Conoscenze poco diffuse, deboli le skill tecnologiche”  

Pubblicato il 11 Gen 2022

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Cresce l’interesse degli italiani verso trading online, cripto-attività e mercati azionari. E circa il 28% usa servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia. Ma le competenze digitali rimangono ancora ferme al 44%. Emerge dal VII Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, secondo cui la crisi si è riflessa sulla capacità delle famiglie di accantonare risorse: il 27% ha avuto in calo del reddito familiare, il 39% fatica a far fronte alle spese e il 28% non riesce a gestire una spesa imprevista di 1.000 euro.

Competenze digitali ancora basse

Alla luce dell’attuale contesto economico, oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità, secondo i dati dell’Osservatorio Consob contenuti nel Rapporto, rilevati a giugno 2021 sulla base di un questionario elaborato dalla Commissione e somministrato da GfK Italia a un campione di circa 2.700 individui, rappresentativi della popolazione dei decisori finanziari italiani.

Riguardo all’uso del digitale, rimane ancora marginale la partecipazione a web communities riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web communities finanziarie. L’interesse a partecipare a una financial community, manifestato dal 16% degli investitori, si associa negativamente al livello di conoscenze finanziarie e viene espresso più frequentemente dagli individui finanziariamente più vulnerabili.

“Con le asimmetrie di informazioni – ha detto il presidente della Consob Paolo Savona – che si determinano sul mercato finanziario a seguito del mutamento delle politiche monetarie, sempre più invasive, e della diffusione delle criptovalute, il raggiungimento dell’obiettivo Consob diventa sempre più difficile e soprattutto il compito che con questo Rapporto e altre attività cerchiamo di affrontare praticamente è combattere l’ignoranza in materia finanziaria”.

In rialzo le competenze finanziarie

Nel complesso è in lieve rialzo il livello di conoscenze finanziarie: nel 2021 gli indicatori di conoscenza sono aumentati di 3 punti percentuali rispetto al 2019. Anche la partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere ma i ‘nuovi’ investitori presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data.

Come si misura la competenza digitale

In particolare gli intervistati si riconoscono un livello “almeno buono” di capacità nell’utilizzo della rete nel 27% dei casi nel sottocampione dei non investitori e nel 42% dei casi nel gruppo degli investitori.

Un’autovalutazione più dettagliata delle conoscenze digitali, riferita a sette concetti di base e avanzati, mostra però che la percentuale di risposte corrette varia dal 12% al 61%, attestandosi in media al 44%. La quota di decisori finanziari che dichiara di tenere condotte adeguate a un utilizzo sicuro della rete oscilla tra il 48% con riferimento alla gestione dei propri dati personali al 72% rispetto all’uso di antivirus, con una media campionaria di risposte in linea con i comportamenti adeguati attorno al 61%.

Il 57% degli intervistati è interessato ad aumentare le proprie competenze digitali, soprattutto se vengono soddisfatte alcune condizioni, come la disponibilità di tecnologie facili da usare e di iniziative di formazione gratuita. Tale interesse è più frequente tra gli individui che mostrano conoscenze e competenze più elevate.

I servizi finanziari online

Tra coloro che utilizzano la rete nell’ambito delle scelte economico-finanziarie, circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia; di questi, quasi tutti sono disposti a mantenere le nuove abitudini anche in futuro, trovando attrattiva, tra le altre cose, la maggiore accessibilità e comodità di utilizzo del canale digitale rispetto a quello fisico. Per contro, gli intervistati che non intendono avvalersi della modalità digitale una volta superata la pandemia sono soprattutto coloro che ritengono di non avere abbastanza competenze (e che generalmente non sono interessati ad acquisirne) e coloro che preferiscono l’interazione ‘in presenza’.

Rimane poco diffusa la conoscenza dei servizi digitalizzati: in particolare la quota di investitori che afferma di averne almeno sentito parlare oscilla tra il 19% per la consulenza automatizzata (7% tra i non investitori) e il 39% per le cripto-valute (18% per i non investitori).

Propensione a investimenti sostenibili

Gli investitori entrati nel mercato finanziario nel 2020 e nel 2021 presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria.

Gli investitori che affermano di avere una conoscenza almeno di base degli investimenti sostenibili sono pari al 37% degli intervistati mentre coloro che si dichiarano interessati a questo tipo di investimenti raggiunge il 73%, in crescita rispetto agli anni precedenti; solo il 9% dichiara di possederli.

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